Dall’indagine annuale dell’ufficio economico della Confesercenti Emilia Romagna che ha analizzato un campione di oltre 10.000 studi di settore di aziende operanti nei settori del commercio, turismo e servizi in tutta la regione, relativi all’anno di imposta 2009 e confrontati con gli anni precedenti, emerge che rispetto al 2008 sono aumentate le ditte congrue (cioè che rispettano naturalmente il calcolo degli studi di settore) dell’11,2%, passando dal 50% al 61,2%, mentre le ditte che si sono “adeguate” hanno registrato un leggero incremento pari all’1,2%. Il totale delle ditte, congrue e adeguate nel 2009 è risultato pari al 75,2% contro il 67,5 del 2008 (+7,7%).

Ciò significa che i correttivi anticrisi hanno creato un effetto positivo, invertendo la tendenza in atto da alcuni anni di inasprimento dei parametri applicativi, ma nello stesso tempo l’impatto più modesto sulla percentuale di adeguamento (+1,2%) fa ritenere che il sistema delle imprese versi ancora in notevole difficoltà per effetto della crisi e una parte di queste non sia riuscita ad adeguarsi.

In particolare i dati relativi al totale delle ditte congrue più quelle adeguate fa registrare un aumento della percentuale in tutti i principali settori merceologici monitorati ad esclusione del commercio al dettaglio di abbigliamento e calzature (-5,4%) e di carburanti (-0,7%); ciò significa che la crisi in questi settori ha colpito maggiormente e le modifiche non sono state sufficienti ad equilibrare la situazione.

“I dati emersi dalle nostre elaborazioni sugli studi di settore – afferma Stefano Bollettinari Direttore di Confesercenti Emilia Romagna – evidenziano che la richiesta sostenuta fortemente da Confesercenti di introdurre correttivi per tener conto degli effetti della crisi sulle imprese era fondata e tale azione ha consentito di riequilibrare una situazione già molto pesante.

Ovviamente visto che la situazione di difficoltà è purtroppo continuata anche nel 2010, chiediamo che tali correttivi siano confermati e ulteriormente affinati anche per l’anno di imposta 2010, anche considerato che lo studio di settore dell’abbigliamento è stato recentemente regionalizzato”.