La consigliera provinciale di parità esprime soddisfazione per l’integrazione di Telefono Azzurro agli spot, ora anche in versione femminile, considerati lesivi della dignità paterna, ma invita a prestare più attenzione ai messaggi ad effetto.
“Il nostro comunicato di protesta a proposito dello spot sui padri di Telefono Azzurro, grazie anche alla protesta di più voci da tutta Italia sull’argomento, ha sortito, da parte di Telefono Azzurro, un riequilibrio di genere: ora c’è anche la versione femminile.
Il contenuto del messaggio di Telefono Azzurro da noi denunciato, che pubblicizza la sottoscrizione del 5 per mille, è scritto con calligrafia infantile e fa riferimento ad un padre che abitualmente, al suo rientro a casa, picchia e maltratta suo figlio: si fa intendere che il sostegno economico a Telefono Azzurro potrebbe riscrivere questa storia correggendo la violenza. In seguito alla nostra protesta e alla richiesta di ritirare una pubblicità che riteniamo lesiva della dignità degli uomini nel loro ruolo di padri, in quanto induce ad una generalizzazione di comportamenti violenti verso i bambini legati alla figura maschile, Telefono Azzurro ha corretto il tiro diffondendo anche una versione femminile, questo in linea con i dati di una ricerca della stessa associazione che mette le donne al primo posto rispetto agli uomini per violenze ai bambini.
Constatando la positiva reazione di Telefono Azzurro, vorremmo però rilevare che la versione femminile è stata diffusa solo dopo la nostra levata di scudi, nonostante ci sia stato detto che il nostro comunicato fosse stato inviato solo dieci giorni dopo l’uscita dello spot al femminile. Infatti, una versione del comunicato di protesta già da fine aprile era stato segnalato al centro regionale antidiscriminazioni, attraverso la consigliera regionale di parità. Lo stesso Telefono Azzurro, che ci ha contattato telefonicamente, ha ammesso – e questo gli va dato atto – di aver aggiunto successivamente la versione femminile.
Mi sembra opportuno segnalare questo particolare perché da più parti ho letto che la nostra protesta fosse immotivata in quanto lo spot si rivolgeva sia a madri sia a padri. Al contrario, prima della nostra protesta, riteniamo che lo spot abbia colpito la dignità degli uomini, in quanto la campagna pubblicitaria veicolava un pregiudizio sul ruolo paterno. I pregiudizi sono il presupposto per le discriminazioni e, dunque, vanno combattuti, sia quando riguardano il femminile sia quando riguardano il maschile.
Quello spot andava sospeso o, tutto al più, come è stato fatto, equilibrato. Constatiamo positivamente l’attenzione di Telefono Azzurro per la nostra posizione, ma invitiamo in futuro di non sottovalutare l’impatto morale del messaggio, lasciandosi magari abbagliare dall’effetto mediatico dello stesso”.
(Maria Mondelli, Consigliera di parità della Provincia di Reggio Emilia)