Giovedì 24 novembre il Consiglio comunale di Modena celebrerà con una seduta straordinaria la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne indetta dall’Onu. E, a seguire, la presidente e i consiglieri interverranno all’inaugurazione della installazione “Extreme women condition”.
La seduta consiliare prenderà il via alle 14.30 con la trattazione delle interrogazioni; dopo l’appello, alle 16.30, la presidente del Consiglio Caterina Liotti introdurrà la celebrazione. Interverranno, quindi, il prefetto di Modena Benedetto Basile, Marco Deriu dell’Università degli studi di Parma e Maria Donata Panforti dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Seguiranno gli interventi dei gruppi consiliari e quello conclusivo del sindaco Giorgio Pighi alle 18.30.
Infine, i consiglieri si sposteranno nella sala dei Passi perduti dove ad attenderli ci sarà un’inaugurazione di forte impatto. Tra chiodi, inferriate, gomme bruciate, schegge e lame, una performance di Irene Guadagnini li condurrà attraverso la voce e il movimento alla scoperta dell’installazione “Extreme women condition. Labirinto di dolore alla ricerca della luce” dell’artista e designer modenese Adele Angelone.
Allestita per iniziativa della Presidenza del Consiglio comunale e visitabile fino al 10 dicembre dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 e sabato dalle 9 alle 13, la mostra propone un percorso di stanza in stanza, di scatola in scatola, di prigione in prigione tra oggetti arrugginiti e taglienti, simboli di radici lontane, dell’eredità familiare e religiosa, espressioni di disagio, turbamento e di ferite mai rimarginate. L’installazione analizza la prigionia psicologica femminile, ma anche quella fisica, fino ad arrivare alla violenza e alla morte. “Adele Angelone passa al setaccio i magazzini, i mercati di ferrivecchi, le officine, i capanni degli attrezzi di artigiani alla ricerca di oggetti o di frammenti ‘morti’, come morte sono le energie scartate di una parte di umanità gettata in un angolo. E li trasforma attraverso un viaggio di reinterpretazione evocativa e poetica – spiega Caterina Liotti – il linguaggio dell’arte aiuta a riaffermare la necessità dell’impegno di tutti, società civile e istituzioni, per arginare un fenomeno continuamente in crescita nel mondo e purtroppo anche nella nostra città”.