Quattro giorni dedicati all’asma e alla broncopneumopatia cronica ostruttiva. Un meeting internazionale, che inizierà martedì 28 febbraio alle ore 14.00 presso il Centro Servizi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena (Policlinico – via del Pozzo 71) e si concluderà giovedì 2 marzo, organizzato dalla Struttura Complessa di Malattie dell’Apparato Respiratorio del Policlinico di Modena, diretta dal prof. Leonardo Fabbri, cercherà di fare il punto sulle cause, la prevenzione e la cura di queste due gravi patologie.

Nell’ambito del convegno vengono organizzati simposi di aggiornamento scientifico che portano all’attenzione dei partecipanti, da parte di ricercatori internazionali di alto livello, i risultati preliminari di studi e ricerche in corso nel campo della biologia cellulare, immunologia, fisiologia, fisiopatologia e chirurgia dell’apparato respiratorio e cardiovascolare. In particolare gli interventi che si susseguiranno faranno riferimento alla broncopneumopatia cronica (BPCO) e alle co-morbidità croniche associate come il tumore del polmone e l’asma bronchiale grave, con le loro co-morbidità tra cui rinite, sinusite, e vasculite. L’appuntamento fornirà ai partecipanti un aggiornamento a 360 gradi con specialisti di assoluto spessore internazionale.

Il simposio di apertura tratterà dei meccanismi dell’infiammazione nelle malattie croniche affrontando non solo le malattie respiratorie ma anche altre patologie, quali epatiti, psoriasi, ipertensione polmonare, scompenso cardiaco, glomerulonefriti, malattie autoimmuni sistemiche. Lo scopo di questo primo simposio è di mettere a confronto ricercatori di diverse discipline su un tema di comune interesse che è quello della cronicità.

Al termine del simposio del 28 Febbraio, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia conferirà al Prof. Jeffrey M. Drazen la medaglia d’oro dell’Ateneo in occasione del 200 anniversario della rivista New England Journal of Medicine, di cui il prof. Jeffry M Drazen è Direttore da oltre 12 anni. Originario di St Luis (USA, Missouri), classe 1949, il prof. Drazen è Professore Ordinario di Medicina alla Boston University School of Medicine, direttore dell’Ufficio Stampa Medica del Brigham and Women’s Hospital e docente presso l’Università di Harvard. Conduce importanti progetti di ricerca per cui ha ricevuto numerosi finanziamenti e ha pubblicato oltre 300 articoli sulle più prestigiose riviste mediche internazionali. Il New England Journal of Medicine, fondato nel 1812 a Boston, presso il Massachusetts General Hospital con lo scopo di divulgare a livello locale le scoperte scientifiche, è diventata la rivista medica internazionale più importante in ambito medico ed anche la più longeva.

La novità più importante sarà la presentazione della nuova versione ampiamente riveduta del Report GOLD (Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease) sulla Strategia Globale per la Diagnosi, il Trattamento e la Prevenzione della BPCO. Il documento aggiornato introduce un approccio più individualizzato di classificazione della BPCO e, su questa base, un nuovo paradigma per la terapia di mantenimento della malattia. Il prof. Leonardo Fabbri, è coautore del nuovo documento che verrà presentato al Convegno anche nella versione italiana. Questo documento rappresenta infatti un’assoluta novità rispetto a tutti i documenti e linee guida precedenti sulla BPCO ed è il risultato di un notevole sforzo per metterlo a disposizione della comunità scientifica e delle istituzioni italiane così da poter disporre di uno strumento innovativo per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

La BPCO, o broncopneumopatia cronica ostruttiva, una patologia polmonare progressiva causata dal fumo e dagli inquinanti ambientali è la quarta causa di morte al mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. “Un italiano su cinque oltre i sessant’anni soffre di BPCO, che è la quarta causa di morte nel mondo. Ogni anno a Modena muoiono oltre 200 persone di sola BPCO come prima causa, oltre ad altre 500-600 morti per altre cause (in particolare malattie cardiovascolari) ma che si presentano BPCO. Si stima che nella provincia di Modena vi siano 600 pazienti costretti a vivere attaccate alla bombola di ossigeno a causa di insufficienza respiratoria causata da BPCO”. Spiega il prof. Leonardo Fabbri. I suoi sintomi comprendono tosse cronica, espettorazione progressiva e dispnea durante l’attività fisica. Anche se non esiste una cura per la BPCO, sono disponibili trattamenti che alleviano i sintomi come la dispnea in modo che i pazienti possano partecipare più pienamente alla vita quotidiana. La prevalenza di BPCO è significativamente più elevata nei fumatori ed ex-fumatori rispetto ai non fumatori, nei soggetti di 40 anni e più rispetto a quelli di età inferiore a 40 e più frequente negli uomini anche se l’aumento delle donne fumatrici sta diminuendo la forbice tra i due sessi.

Il trattamento regolare può anche aiutare a prevenire le riacutizzazioni. Tuttavia, gli studi mostrano che circa la metà delle persone con questa malattia non sanno nemmeno di averla. La spirometria è test respiratorio semplice e non invasivo che misura i flussi d’aria inspiratori ed espiratori. “La spirometria è indispensabile per la diagnosi di BPCO, ma non coglie pienamente l’impatto della malattia sui singoli pazienti – spiegherà Jorgen Vestbo, direttore del Comitato Scientifico GOLD e relatore al congresso, che ha selezionato la recente letteratura scientifica sulla BPCO e preparato il nuovo report – Per esempio, alcuni pazienti potrebbero avere una grave dispnea ma una funzione polmonare relativamente ben conservata, mentre altri pazienti potrebbero essere molto più inclini ad un peggioramento acuto della malattia (riacutizzazioni). Pertanto, il nuovo documento raccomanda che gli operatori sanitari valutino la BPCO utilizzando la combinazione di spirometria, gravità dei sintomi e storia delle riacutizzazioni del paziente. A questa valutazione di base è necessario poi aggiungere la valutazione delle comorbidità”.

Sulla base di questa valutazione combinata, il report GOLD divide i pazienti in quattro gruppi: A (sintomi lievi, basso rischio di riacutizzazioni e di altri eventi negativi); B (sintomi gravi, basso rischio), C (sintomi lievi, alto rischio) e D ( sintomi gravi, alto rischio). Il documento fornisce inoltre raccomandazioni per il trattamento specifico per ciascuno di questi gruppi.

Il report include anche informazioni e consigli sulle emergenti terapie per la BPCO, come gli inibitori della fosfodiesterasi-4. La Strategia Mondiale per la Diagnosi, il Trattamento e la Prevenzione della BPCO è stata pubblicata per la prima volta nel 2001. La nuova versione, che è la prima grande revisione del documento del 2006, si basa sui punti di forza dalle raccomandazioni originali e incorpora nuove conoscenze. Il nuovo approccio al trattamento può essere utilizzato in qualsiasi ambiente clinico in tutto il mondo ed è indirizzato verso un trattamento individualizzato della BPCO, una terapia più vicina alle esigenze del paziente. La nuova versione 2011 della Strategia Mondiale per la Diagnosi, il Trattamento e la Pravenzione della BPCO è disponibile sul sito www.goldcopd.org e la traduzione italiana su www.goldcopd.it. Uno dei punti chiave della terapia è la prevenzione delle riacutizzazioni. Il POET-COPD study (acronimo che sta per Prevention Of copd Exacerbations of with Tiotropium, prevenzione delle riacutizzazioni con tiotropio) pubblicato sul New England Journal of Medicine nel marzo 2011 è stato uno studio multicentrico internazionale coordinato dal Policlinico di Modena condotto su 7.376 pazienti con BPCO di grado da moderato a grave reclutati in 725 centri distribuiti in 25 Paesi. Modena ha seguito venti dei pazienti italiani che hanno partecipato alla sperimentazione. Le riacutizzazioni possono compromettere gravemente la qualità di vita dei pazienti. I ricoveri per riacutizzazioni della BPCO sono responsabili del 40-70% di tutti i costi sanitari sostenuti per i pazienti. Secondo le ultime stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono 210 milioni le persone attualmente affette da BPCO, malattia che nel 2005 ha provocato più di 3 milioni di morti, più di quelle causate da carcinoma mammario e diabete nel loro complesso.

Altro tema del meeting sarà l’asma bronchiale che, quando si cronicizza può assumere caratteristiche cliniche e funzionali simili alla BPCO. La Struttura Complessa di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena segue ogni anno numerose centinaia di pazienti affetti da asma bronchiale. “L’asma è dovuta principalmente ad allergia – spiega il prof. Leonardo Fabbri – e se diagnosticata nel periodo dell’infanzia può essere trattata per scongiurare la cronicizzazione. Al Policlinico è attivo un Ambulatorio Allergologico che segue ogni anno > 500 pazienti Il consiglio è svolgere i test allergici e prove di funzionalità respiratoria”I pazienti asmatici che richiedono trattamento cronico vengono inoltre riuniti mensilmente in riunioni di aggiornamento chiamate <<Scuola dell’asma>>”. L’asma bronchiale è la più frequente malattia respiratoria cronica, che colpisce fino al 5 % della popolazione. Quasi sempre si trascina dall’infanzia, spesso dovuta ad allergia e persiste per tutta la vita con pause anche di anni. Non guaribile ma ben controllabile nella maggioranza dei casi con i farmaci a disposizione, può divenire molto grave in una piccola ma significativa percentuale di soggetti (fortunatamente < 1%). “In questi casi – continua il professor Leonardo Fabbri – anche i trattamenti più potenti non sono in grado di mettere e mantenere l’asma sotto controllo e quindi i pazienti restano sintomatici e possono avere riacutizzazioni che li portano in ospedale. Inoltre devono prendere cortisone per bocca, che ha effetti collaterali importanti”. La Struttura Complessa di Malattie dell’Apparato Respiratorio del Policlinico di Modena ha recentemente prodotto due interessanti studi che hanno dimostrato l’efficacia del tritropio, utilizzato nella terapia della BPCO, nella lotta all’asma bronchiale. “Prevediamo che esso potrà essere approvato definitivamente, come farmaco per l’asma, in 2-3 anni”. Ha concluso Fabbri.

“Prima ancora che come preside è come docente di igiene e di epidemiologia, discipline nelle quali svolgo da anni la mia attività accademica, che guardo con particolare interesse questo convegno – commenta la prof.ssa Gabriella Aggazzotti, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia – le patologie di cui si parlerà sono importanti non solo per le attività di ricerca dedicate alla conoscenza dei migliori approcci clinici, diagnostici e terapeutici, ma anche come problemi rilevanti di sanità pubblica, con risvolti sociali ed economici significativi: BPCO è una malattia soprattutto dell’anziano, e la nostra popolazione sta invecchiando, con sempre più anziani e grandi anziani a rischio. Sempre in termini di sanità pubblica l’asma bronchiale rappresenta un problema meritevole di approfondimenti: questo convegno ritengo possa portare un contributo significativo al riconoscimento del peso che queste patologie possono rappresentare per il servizio sanitario regionale nell’erogazione di servizi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione”.

Tutti di grande interesse i temi trattati nel convegno: tra questi i Meccanismi della infiammazione nella malattia cronica (martedì 28 a partire dalle 15,00), Asma, riniti e malattie correlate (mercoledì 29 a partire dalle 8,30), Psicopatologia e fenomenologia dell’asma (martedì 28 a partire dalle 14,00), Broncopneumopatia cronico-ostruttiva e malattie croniche correlate (mercoledì 1 dalle 8,30). L’importanza della attività fisica nella BPCO (mercoledì 1 dalle 11,30). Giovedì 2 i lavori si concluderanno con una tavola rotonda e i gruppi di lavoro. I numerosi e prestigiosi relatori nazionali ed internazionali dimostrano l’ interesse attribuito a questo evento scientifico e formativo da parte delle comunità scientifiche nazionali ed internazionali.

Nella foto da sinistra: Elda Longhitano, Direttore di Presidio del Policlinico di Modena, Leonardo Fabbri, Direttore della Struttura Complessa di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, e Gabriella Aggazzotti, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia