L’impegno della Regione e del Pd sulla rimozione dell’amianto negli edifici pubblici e privati non può essere messo in discussione: risale agli anni ’90 ed è rimasto costante nel tempo, tanto che è del mese scorso il bando pensato per le piccole e medie imprese. Il consigliere regionale del Pd Luciano Vecchi, inoltre, è uno dei promotori dell’impegno del Consiglio d’Europa per la messa al bando definitiva del materiale in tutto il continente.
“Nessuna reticenza, nessuna timidezza, men che meno disinteresse. L’impegno della Regione Emilia-Romagna e del Pd per la rimozione dell’amianto dalle strutture pubbliche e private non può essere messo in discussione. Il primo provvedimento organico della nostra Regione data 1996, l’ultimo in ordine di tempo marzo 2012”: è così che il consigliere regionale del Pd Luciano Vecchi risponde alle accuse lanciate dal Movimento5stelle regionale. La pericolosità dell’amianto è stata acclarata negli anni ’90: da allora, in Emilia Romagna, si sono susseguiti provvedimenti per la rimozione e il corretto smaltimento di un materiale che, per lungo tempo, era stato comunemente utilizzato nella realizzazione di edifici e infrastrutture, mentre ad Ausl e Arpa è stata affidata la sorveglianza ambientale e sanitaria. Non c’è mai stata sottovalutazione: non è un caso che la Regione si sia costituita parte civile nel processo torinese contro i vertici dell’Eternit, al fianco dei lavoratori e dei famigliari di coloro che erano occupati nello stabilimento Icar di Rubiera. A marzo, per citare solo l’ultimo dei provvedimenti, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di portare a 13 milioni di euro la cifra stanziata per incentivare nelle piccole e medie imprese la rimozione dell’amianto, con contemporanea installazione di pannelli fotovoltaici. “Un provvedimento quest’ultimo – ricorda Luciano Vecchi – capace di coniugare il risanamento ambientale dei luoghi di lavoro con lo sviluppo delle energie rinnovabili. Ci stiamo muovendo ad ampio raggio insomma: dal livello locale a quello europeo. A fine marzo, infatti, insieme ai colleghi di altri sette Paesi, ho contribuito ad avviare il percorso che, a ottobre, porterà all’adozione di una raccomandazione a tutti i 47 governi dei Pesi aderenti al Consiglio d’Europa per la definitiva messa al bando dell’estrazione, la lavorazione, l’utilizzo e il commercio dell’amianto e dei prodotti dove esso è contenuto”. Il modenese Luciano Vecchi, infatti, dal marzo 2011, è uno dei rappresentanti italiani al Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa (Cplre), organismo che rappresenta oltre 200mila enti territoriali in tutti i Paesi europei.