«La guerra contro l’illegalità e la concorrenza sleale ha visto un’altra battaglia vinta dal fronte delle imprese che rispettano la legalità». Così il responsabile sindacale di Confcooperative Modena, Alessandro Monzani, commenta la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale relativa alla legge 31/2008, sollevata dal Tribunale di Lucca. «La legge sotto esame prevede che ai soci lavoratori di cooperativa debba essere garantito un trattamento economico complessivo non inferiore a quello dei contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale nella categoria – spiega Monzani – La norma, a suo tempo fortemente voluta da Confcooperative e dalle altre associazioni dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, aveva lo scopo di contrastare contratti stipulati con l’unico scopo di fare concorrenza sleale. Si tratta in particolare di quelli sottoscritti dall’Unci, associazione protagonista del “matrimonio” fallito con Coldiretti. D’altra parte i dirigenti Unci hanno sempre dichiarato candidamente che i loro contratti hanno trattamenti inferiori per poter fare concorrenza alle altre imprese e vincere le gare d’appalto». Non a caso il ricorso alla Corte è avvenuto nell’ambito di un processo contro due cooperative che applicavano il ccnl Unci; anche a Modena ci sono cooperative che applicano questo contratto. Già nel 2010 una sentenza del tribunale di Torino aveva stabilito che il ccnl Unci-Cnai per la logistica non era rispettoso dell’articolo 36 della Costituzione. Lo stesso Ministero del Lavoro ha chiarito – l’ultima volta nel giugno 2012 – che nel settore cooperativo rispondono ai requisiti di legge solo i contratti stipulati da Agci-Confcooperative-Legacoop e Cgil-Cisl-Uil. «L’Alleanza delle Cooperative Italiane ha da tempo messo in atto iniziative per contrastare questi fenomeni – continua Monzani – Dal 2007 sono attivi osservatori coordinati dalle Direzioni provinciali del lavoro per individuare i fenomeni di irregolarità nella cooperazione di lavoro e supportare gli organismi di vigilanza. A Modena i rapporti tra istituzioni e parti sociali, improntati a grande collaborazione, hanno portato la Dpl a effettuare diversi recuperi contributivi relativi sia ai minimi contrattuali non congrui sia a vere e proprie truffe per uso illegittimo di sgravi. Purtroppo la mancanza di mezzi ha impedito azioni più incisive e generalizzate. Con il perdurare della crisi, questa azione di contrasto si è intensificata sia sul fronte istituzionale che su quello contrattuale. Purtroppo la recente riforma del lavoro non ha affrontato il problema delle regole del mercato e gli irrigidimenti normativi, a volte condivisibili, si sono scaricati sulle imprese di servizi, spesso cooperative. Sarà compito del prossimo governo – conclude il responsabile sindacale di Confcooperative Modena – affrontare anche questo tema».