E’ in leggero calo, per l’economia dell’Emilia-Romagna, l’impulso proveniente dalle vendite sui mercati esteri. Nel primo trimestre 2013, le esportazioni emiliano-romagnole sono risultate pari a 12 miliardi e 179 milioni di euro, con una leggera flessione dello 0,6 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E’ quanto attestano i dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane analizzati dall’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna.
Le vendite all’estero nazionali sono calate dello 0,7 per cento: la dinamica in rallentamento è stata determinata dalla recessione europea.
Tra le regioni italiane, Puglia (-16,1), Sicilia (-9,9) e Sardegna (-9,1 per cento) hanno registrato le cadute più rilevanti, mentre per le Marche la variazione è stata ampiamente positiva (+13,2 per cento). Cala l’export lombardo (-0,6 per cento) e toscano (-0,6 per cento), ma crescono le vendite all’estero del Veneto (+0,2 per cento) e del Piemonte (+1,2 per cento).
In Emilia-Romagna, l’andamento settoriale ha evidenziato una grande disomogeneità. L’industria alimentare ha conseguito un risultato notevole (+10,7 per cento). Piangono invece alcuni dei settori regionali forti: i mezzi di trasporto (-4,4 per cento), la metallurgia e le lavorazioni metalliche (-4,7 per cento) e soprattutto l’insieme delle industrie degli apparecchi elettrici, elettronici, ottici, medicali e di misura (-5,1 per cento).
Le destinazioni
Riguardo le aree geografiche, l’export destinato ai mercati europei, pari al 65,1 per cento del totale, si è ridotto sensibilmente (-5,0 per cento). La caduta è stata ancora più marcata per le vendite nei Paesi dell’Unione Europea (-6,6 per cento). Difficoltà sui mercati della Spagna e del Regno Unito dove la riduzione è superiore all’8,0 per cento, mentre su quello della Germania è stata del 5,4 per cento. Ottime le performance sui mercati di Russia e Turchia con aumenti oltre il 10 per cento. Ancora nettamente positivi i risultati sul continente americano. Accelerano le vendite negli Stati Uniti (+18,5 per cento) e corrono in Brasile (+18,1 per cento). L’andamento sui mercati asiatici è moderatamente positivo (+1,6 per cento): infatti si sono perse quote in Cina (-12,1 per cento) e India (-2,9 per cento).