“La cattiva gestione del polo fieristico reggiano ha portato alla situazione che oggi è sotto gli occhi di tutti. Anche in questo caso le scelte degli amministratori dell’ente, spesso e volentieri nominati dai partiti che governano città e provincia, sono risultate nefaste. Anche la Regione Emilia-Romagna non ha manifestato interesse verso Reggio Emilia Fiere Srl, non c’è la volontà di salvare la società. Il polo reggiano, dato emblematico, non è mai stato riconosciuto dalla Regione come ente fieristico.” A dichiararlo è Fabio Filippi Consigliere regionale di Forza Italia.
“Ripercorrendo la storia degli ultimi anni di Reggio Emilia Fiere Srl – aggiunge Filippi – emergono evidenti intromissioni da parte dei partiti, probabilmente per difendere interessi particolari. Già sulla nomina del direttore i partiti hanno fatto sentire il loro peso, il concorso indetto per ricoprire tale delicata carica, nel 2008, venne annullato per lasciare spazio a una figura vicina alla dirigenza, tale Dario Deveronico, con scarse esperienze nell’ambito della gestione delle fiere. La nuova gestione portò a termine un’operazione, nel 2011, che si è poi rilevata fallimentare: la fusione tra SIPER, una società sana impegnata nella gestione fieristica, e SOFISER, società immobiliare proprietaria del quartiere fieristico ma sommersa dai debiti. Già nel 2012 l’ente era sommerso dai debiti. Pochi mesi dopo venne presentata la domanda di concordato. E poi il licenziamento di quattro quadri dipendenti.
Nel luglio e agosto 2013 la società sospende dal lavoro l’ex direttore Deveronico, le motivazioni sono tutt’ora oscure. Di chi sono le responsabilità del crac?
Attualmente i soci devono decidere se procedere col concordato liquidatorio, quindi vendere tutti gli immobili compreso l’area fieristica, o se limitarsi a vendere i terreni a Fora di Cavola e di Cavriago e ricapitalizzare la società per far fronte ai debiti con creditori (circa 4 milioni) e con le banche (circa 17 milioni). In questa seconda ipotesi la società uscirebbe dal concordato e potrebbe continuare l’attività fieristica attualmente bloccata dal tribunale.
Si è parlato anche di fusioni con Milano e Parma, ipotesi, a quanto risulta, tramontate.
La situazione è grave. Reggio rischia di perdere un riferimento importante per il tessuto economico locale.
Mi appello alla Regione affinché venga previsto un piano industriale per il rilancio del polo fieristico reggiano, gestito da manager capaci e non da uomini di apparato inadatti di guidare una struttura così complessa.
E’ necessario attivarsi in tempi rapidi, lo stesso Assessore alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, in Commissione assembleare Politiche Economiche ha parlato di un possibile reintegrare dei dipendenti licenziati da Reggio Emilia Fiere, persone che con la loro professionalità e la loro esperienza sono attualmente le più qualificate a gestire l’attività dell’ente (sia nel caso i soci di REF mantengano la proprietà del quartiere fieristico sia nell’eventualità che il concordato liquidatorio faccia il suo corso con la vendita dei capannoni prevista entro il 2018, ma con la necessità di gestire gli eventi per almeno un triennio).
Per avere voce in capitolo la Regione dovrà mettere in campo delle risorse. Rilanciare la Fiera di Reggio Emilia è un dovere, per la città e per l’economia dell’intera regione.”