“Ci sono sei mesi di tempo. La missione è impossibile ma, se è vero che tutti crediamo in Reggio Emilia, occorre tentare ogni cosa per riattivare il Polo della Moda, il più grande investimento industriale della storia recente della città e una enorme occasione di rigenerazione urbana, che potrebbe fare il giro del mondo, attraendo altri investitori e nuovi posti di lavoro”.

Rosamaria Papaleo, leader di Cisl Emilia Centrale, torna a prendere carta e penna, cercando gli elementi capaci di unire, a cominciare da quello che passa troppo spesso in silenzio: il Polo della Moda avrebbe un valore strategico per la filiera del tessile italiano. Una filiera che è in ginocchio e che, davvero, non può farsi soffiare questa opportunità industriale e occupazionale. “Lo sappiamo bene a Reggio e anche a Modena, le due patrie dei distretti tessili emiliano-romagnoli. La Regione è in movimento, il presidente de Pascale e il suo vice Colla sono persone serie, abbiamo aspettative. Moltiplichiamo, allora, l’efficacia di questa azione: sottopongo a tutti i parlamentari di Reggio, di ogni schieramento, l’opportunità di chiedere in modo bipartisan al Governo italiano di intervenire insieme alla Regione per ricomporre la frattura. È lecito aspettarsi che i parlamentari del territorio facciano bene il loro dovere assumendo una veste istituzionale nell’interesse di Reggio, dell’economia e del lavoro, mettendo davanti a tutto l’interesse generale”.

Papaleo è chiara su un altro aspetto: “Non entro nel club di chi accusa il Sindaco Marco Massari, anche tra i suoi sostenitori, di essere stato inesperto o ingenuo. Parlano gli atti amministrativi ed è un fatto che il Comune di Reggio abbia costruito e votato in 13 mesi il via libera al Polo della Moda. La macchina è stata sul pezzo, Sindaco, Giunta e Consiglio hanno votato. Non entro nemmeno nel club di chi accusa il Gruppo e la famiglia Maramotti di essere dei padroni da primi del ‘900. Anche in questo caso parlano gli atti e i numeri del loro investimento deciso su Reggio, a cominciare dai 300 nuovi assunti che per qualche osservatore superficiale non sono mai esistiti. Esistono eccome, invece, e sono descritti molto bene a pagina 4 della delibera del Consiglio comunale e nelle centinaia di pagine delle relazioni allegate”.

 

IN DIFESA DELLA STAMPA REGGIANA

La numero uno del sindacato di via Turri passa in rassegna anche la cronaca recente. Cisl ha preso una posizione chiara, che è costata all’organizzazione insulti via social e accuse di servilismo, giunti dalla solita area ben delineata. Così come ora c’è chi sta accusando di superficialità il lavoro della stampa locale.

“Crediamo che i giornalisti delle testate reggiane siano lavoratori e lavoratrici con la schiena diritta, pensiamo che anche in questa vicenda abbiano fatto bene il loro mestiere verificando ogni cosa – evidenzia Papaleo – e dando notizia di tutte le posizioni in campo, in un contesto complesso. Dove, non dimentichiamolo, ci sono lavoratrici che testimoniano una realtà completamente diversa da quella ‘ufficiale’ che ha fatto il giro del web”.

LAVORATRICI CONTRO LAVORATRICI

Secondo Papaleo, la polemica feroce di queste settimane è decollata “con la richiesta di un atto di fede, cui molti si sono adeguati, mettendo lavoratrici contro altre lavoratrici, incenerendo nuovi posti di lavoro e l’immagine di Reggio sui mercati. Oggettivamente: se steste per investire 140 milioni di euro nella vostra città e foste trattati da caporali sessisti, due domande ve le fareste anche voi. Ecco perché l’unica cosa che conta, adesso, è rimettere Reggio al centro di tutto. Comune e Azienda riannodino il dialogo e lo facciano per questa Comunità. Vincerebbero tutti, tranne i Tribunali per sentito dire. Parlino i documenti e la responsabilità istituzionale. Il tempo corre. Restano sei mesi”, chiosa la sindacalista Cisl.