I nuovi contratti che le imprese della provincia di Parma prevedono di attivare nel mese di agosto risultano in calo dell’1,7%% rispetto allo stesso mese del 2024, con un dato complessivo di 2.980 attivazioni.

Il saldo negativo del mese corrente prelude, però, ad un migliore andamento a livello trimestrale, con un saldo che nel periodo agosto-ottobre dovrebbe far segnare un +1,5% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, con 12.740 nuovi contratti.

I dati, elaborati dal Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro, cofinanziato dall’Unione europea, evidenziano, a proposito dei singoli settori, una situazione di forte calo nel settore primario, che ad agosto attiverà solamente 140 nuovi contratti, con un vistoso crollo (-56,3%) rispetto all’agosto 2024.

Male anche l’industria, che in questo mese dovrebbe registrare 1.010 nuovi contratti, vale a dire 190 in meno rispetto al mese di riferimento, segnando così un pesante -15,8%. Le perdite maggiori di attivazioni contrattuali saranno accusate dalle costruzioni (180 attivazioni, in calo del 21,7%), ma anche la manifattura sarà in sofferenza, con 830 nuovi contratti e un calo del 14,4%.

Situazione di stabilità, invece, nell’ambito dei servizi, che dovrebbero replicare il dato dello scorso anno, attestato a 1.830 nuovi contratti. Questo risultato sarà in buona parte determinato dal balzo delle attività di alloggio e ristorazione che, con 500 nuove attivazioni, cresceranno del 38,9%.

Sarà invece stabile il commercio (370 contratti), mentre i servizi alla persona, che dovrebbero attivare anch’essi 370 nuovi contratti, sembrano destinati a cedere il 22,9%.

In calo del 4,8% (con 600 attivazioni) è previsto anche il comparto dei servizi alle imprese.

L’onda negativa di agosto rientrerà nei due mesi successivi, tanto che nel periodo agosto-ottobre, come si è detto, i nuovi contratti dovrebbero salire dell’1,5% rispetto allo stesso trimestre 2024.

L’inversione di tendenza, comunque, non interesserà il settore primario, che dovrebbe segnare una flessione del 38,6% (350 nuovi contratti) e l’industria, con i nuovi contratti previsti in calo del 6,7% e fermi a 4.440 attivazioni.

Nei servizi, invece, nel trimestre agosto-ottobre si assisterà ad una ripresa delle attivazioni, con un aumento complessivo del 2,1% e 7.960 nuovi contratti.

Tra i comparti che faranno da traino in questo settore, ci sarà ancora l’alloggio e ristorazione (+27,7%) e ad esso si aggiungerà quello del commercio (+2,5%). Sempre su base trimestrale, si confermeranno in territorio negativo i servizi alla persona (-14,1% dei nuovi contratti) e quelli alle imprese (-1,1%).

Le imprese che ad agosto prevedono nuovi contratti sono pari al 14,0% del totale e nel 15,0% dei casi le attivazioni previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre per l’82,0% saranno a termine, con il restante 3,0% riservato alle altre forme contrattuali non dipendenti e collaborazioni coordinate continuative.

Una quota di nuove attivazioni, pari al 32,3%, interesserà giovani con meno di 30 anni che, in ambito dirigenziale e delle professioni con elevata specializzazione e competenza tecnica, sono particolarmente richiesti nei ruoli di tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (63,0% dei contratti riservati per l’appunto agli under 30), di tecnici in campo ingegneristico (27,3%) e, infine, di specialisti delle scienze gestionali, commerciali e bancarie (26,1%).

Nell’ambito delle professioni impiegatizie, commerciali e dei servizi, tra i giovani più occupabili prevalgono gli operatori della cura estetica con il 71,4%, gli addetti alla gestione amministrativa della logistica (57,1%) e gli addetti alle vendite (55,6%).

Da ultimo, tra gli operai specializzati e conduttori d’impianti e macchine, si prevede che il 45,4% delle attivazioni sarà riservato agli operai addetti a macchinari fissi per l’industria alimentare. A seguire, con il 44,4%, i fabbri ferrai costruttori di utensili e gli operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali (44,0%).