Il 19 agosto, all’età di 96 anni, si è spento Severo Ghidoni (detto Severino) e con lui se ne è andato un pezzo di storia di Albinea.

Severino era molto conosciuto in paese, sia per quello che aveva fatto per la comunità, sia per il suo carattere generoso, sorridente e sempre disponibile verso chiunque incontrasse.
Nato e cresciuto ad Albinea, viveva in via Crocioni 1. Sposato il 14 novembre 1952 con Cesira Mazzacani, aveva avuto due figli: Mario ed Enrica, che gli hanno dato due nipoti: Matteo e Stefano. Negli ultimi anni di vita della moglie, segnati dalla malattia che ne aveva causato la morte nel 2021, si era dedicato con amore alla sua cura, che era diventata la sua più importante ragione di vita.

Figlio di contadini, Severino aveva iniziato lavorando nei campi per poi diventare, fino alla pensione, operaio della Lombardini Motori di Reggio. Suo padre Giuseppe era stato fondamentale nel far sì che la chiesa di San Gaetano sorgesse dove la vediamo oggi. In quel luogo infatti prima c’era un terreno agricolo di proprietà di una famiglia modenese, di cui Giuseppe era mezzadro. Fu il padre di Severino a convincerli a vendere la terra alla curia e a permettere così la costruzione della chiesa.

Severino amava molto il mondo del calcio. Da ragazzo aveva calcato il terreno di gioco e poi era rimasto a dare una mano alla costruzione del “tempio” dello sport albinetano: il campo sportivo Picchi, creato tra chiesa e la strada provinciale. Nel fare ciò aveva affiancato don Giuseppe Bassissi e Guido Nasi, che ara anche suo cognato. Era sempre pronto a offrire aiuto alla società di calcio dell’Us Albinea, poi diventata United Albinea, di cui, tra le altre cose, era stato lo storico gradalinee.

Dopo essere andato in pensione aveva dato una mano nell’edicola del paese. Aveva venduto migliaia di figurine a centinaia di ragazzi albinetani, ed era solito portare il giornale in piazza agli operai di Albinea che dovevano scendere in città a lavorare. La consegna avveniva “al volo”, per non far perdere loro tempo prezioso. Un gesto questo che la dice lunga sull’empatia e la generosità che lo contraddistinguevano.

Frequentava il Circolo albinetano e, fino a qualche mese fa lo si poteva vedere, la mattina molto presto sotto i portici di Fola, intento a fare colazione con “il suo” quotidiano sottobraccio.

Il funerale di Severino si è svolto giovedì 21 agosto e il suo corpo riposa, insieme a quello della moglie Cesira, nel cimitero di Caselline.