Quattordici anni di sguardi e narrazioni inedite, dieci a Bologna: InsolvenzFest non
è solo un festival, ma un racconto collettivo di resistenza civile. Dal 18 al 21 settembre 2025 la città torna a farsi teatro di domande scomode e necessarie: come affrontiamo le crisi, quali nuove responsabilità, cosa ci aspetta domani? In un tempo in cui la parola “crisi” è diventata lessico quotidiano, InsolvenzFest rinnova il suo ruolo di bussola culturale e apre spazi di dialogo dove esperti e cittadini si incontrano per dare senso alla fragilità e
immaginare un futuro più giusto. Promosso da OCI – Osservatorio sulle Crisi d’Impresa, il festival conferma la sua centralità nel panorama locale e porta nel cuore del dibattito pubblico il tema del debito, non solo come elemento economico, ma come leva politica, storica e sociale, capace di raccontare chi siamo e quale direzione stiamo prendendo.

Ci sono dunque “Debiti e debiti” e, sotto le due torri, in questo decimo anniversario, si riflette sul rapporto tra il debito come regola giuridica e il suo senso nella vita quotidiana. “La struttura del debito, con le sue responsabilità, non è in grado di sopravvivere se non viene interiorizzata dall’opinione pubblica” con queste parole, Massimo Ferro, direttore scientifico del Festival e presidente di sezione della Corte di Cassazione, chiosa sull’edizione 2025 di InsolvenzFest. “Le leggi e le norme hanno senso solo se sono comprese e accettate dalla società: quando non lo sono, rischiano di perdere efficacia o di essere applicate in modo incoerente. Non esistono quindi debiti “sicuri”: la loro gestione dipende dall’equilibrio tra il rispetto delle regole e l’uguaglianza nei diritti dei cittadini”.

Debiti che raccontano: storie e riflessioni per una cittadinanza consapevole
A stimolare riflessioni e accompagnare il pubblico in un percorso critico tra passato e presente saranno le voci e i contributi di testimoni di rilievo nazionale: magistrati, economisti, giuristi, sociologi, scrittori, giornalisti e professori. Attraverso un programma fatto di incontri, dialoghi interdisciplinari, testimonianze, proiezioni e monologhi, si metteranno al centro le storie quotidiane e le responsabilità condivise, con una missione chiara: costruire una narrazione collettiva del debito, accessibile ma approfondita, capace di coinvolgere diverse generazioni e di dare senso a un concetto spesso percepito come astratto, complesso o banalizzato.

Il programma 2025 invita a guardare al debito non come a un’entità intangibile o puramente contabile, ma come a una chiave per comprendere i rapporti di potere, le dinamiche sociali, i meccanismi economici e le tensioni democratiche che attraversano la nostra storia. Si parlerà di frodi e opacità, fenomeni che ritornano ciclicamente, spesso accompagnati dal silenzio e dall’impotenza dell’opinione pubblica. Di evasione fiscale e condoni, dove la legge uguale per tutti si confronta con pratiche che finiscono per premiare chi l’ha aggirata. Di dazi e protezionismo, strumenti non solo economici, ma anche politici e ideologici, oggi tornati al centro delle agende internazionali. E si ripercorrerà anche la storia del debito pubblico nel medioevo e del voto nel secondo dopoguerra, per riflettere su come certe dinamiche – tra consenso, legittimazione e cittadinanza – abbiano radici profonde.

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