Nella provincia di Modena, nei primi sei mesi del 2025, la dinamica dell’export della meccanica continua a essere negativa: rispetto al primo semestre 2024 l’export di prodotti della meccanica modenesi calano del 2,2%, con una diminuzione meno accentuata rispetto al -3,4% dell’anno 2024. È quanto rileva un’indagine dell’ufficio studi Lapam Confartigianato che ha analizzato export e cassa integrazione per quanto riguarda il comparto.
Nel dettaglio, i macchinari, principale settore dell’export di meccanica, calano in provincia di Modena del 9% nel primo semestre 2025 rispetto al -12,2% del 2024. Per quanto riguarda gli autoveicoli, Modena si piazza nella top ten delle province italiane per export, segnando un +4,1% nel primo semestre 2025, dato che la posiziona al sesto posto in questa graduatoria, anche se in calo rispetto al +7,3% fatto registrare nell’anno 2024. Colpa, principalmente, dell’effetto dazi: la dinamica annuale delle esportazioni di autoveicoli verso gli Stati Uniti nel primo semestre dell’anno in corso ha registrato un -1,7%, rispetto al +13,1% a cui si è assistito nel 2024. Migliora, per quanto rimanga in terreno negativo, il dato della richiesta da parte della Germania di macchinari Made in Modena. La provincia segna nel primo semestre 2025 un -4,3% di export di macchinari verso il paese tedesco, migliore rispetto al -21,8% registrato nel 2024.
Dopo il forte aumento registrato nel 2024, quando le ore di cassa integrazione autorizzate dall’INPS nella meccanica in provincia di Modena sono più che quintuplicate (+405,7%), nei primi sei mesi del 2025 la crescita risulta ancora significativa, seppur più contenuta: nel territorio modenese le ore autorizzate nel primo semestre del 2025 sono 4.261.740 (+92%) dato che la posiziona al primo posto tra le province regionali.
«La situazione rimane complicata – commenta Davide Gruppi, presidente della categoria Meccanica Lapam Confartigianato e anche presidente Meccanica per Confartigianato Emilia-Romagna – e non possiamo essere sereni. I dati però mostrano, per alcuni aspetti, barlumi di speranza: la situazione conflittuale e di instabilità che sta coinvolgendo ormai tutto il mondo non aiuta a lavorare con serenità, ma dobbiamo essere consapevoli che il Made in Italy rimane di grande appeal. Lavorando con qualità e con efficienza possiamo rimanere competitivi sul mercato. Per farlo, però, abbiamo bisogno anche di una classe politica pronta a sostenere le nostre attività e le nostre imprese con misure concrete e tangibili».