Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio

Anche l’edizione 2025 di Anuga, la più importante manifestazione fieristica al mondo dedicata al food & beverage, segna un nuovo intervento del Consorzio del Parmigiano Reggiano a tutela della DOP italiana contro la presenza di falso Parmigiano Reggiano.

Non è la prima volta che, nel corso di questa fiera, il Consorzio ha individuato casi di illecito, in particolare di usi di nomi evocativi della DOP vietati all’interno dell’UE, dove, grazie a un Regolamento dell’Unione Europea che fornisce un’ampia protezione alle IG e a diverse sentenze della Corte di Giustizia UE, prodotti non conformi al disciplinare della DOP “Parmigiano Reggiano” che recano tali nomi non possono assolutamente essere commercializzati né pubblicizzati. Ricordiamo la sentenza ottenuta dalla Commissione e dal Consorzio nel febbraio 2008 avanti la Corte di Giustizia, quando venne sancito che il termine “Parmesan” non è generico ma dev’essere considerato un’evocazione della denominazione “Parmigiano Reggiano” e non può essere utilizzato per formaggi non conformi al disciplinare della DOP. Il Consorzio stima che il giro d’affari del falso Parmesan fuori dall’Unione Europea sia di oltre 2 miliardi di euro, circa 200.000 tonnellate di prodotto, ossia tre volte il volume del Parmigiano Reggiano esportato.

Come ogni due anni, nel corso delle attività di vigilanza presso la fiera, il Consorzio ha riscontrato alcune situazioni non conformi e ha immediatamente segnalato e richiesto l’intervento delle autorità tedesche competenti, in particolare del Landesamt für Natur, Umwelt und Verbraucherschutz NRW. Nello specifico, il Consorzio ha segnalato una salsa denominata “Garlic Parmesan Flavored Sauce”, nella quale il termine “Parmesan” designerebbe un aroma, e quindi un ingrediente pacificamente non conforme al disciplinare della DOP. L’autorità tedesca ha agito tempestivamente adottando misure amministrative adeguate a rimuovere il prodotto non conforme. Inoltre, il Consorzio ha rinvenuto un prodotto di origine vegetale, presentato come sostituto del formaggio, dal nome “ParVegano”, anch’esso ritenuto evocativo: in questo caso, il Consorzio ha scelto di indirizzare una lettera direttamente all’operatore, tramite i propri legali, intimandolo di rimuovere il prodotto dall’esposizione, cosa che è stata effettivamente fatta nel giro di poche ore.

«La tempestività con cui le autorità tedesche sono intervenute a seguito della nostra segnalazione», ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio, «conferma l’efficacia del sistema europeo di tutela delle DOP. Dopo anni di contenziosi, il quadro normativo definito dall’Unione Europea impone chiaramente agli Stati membri l’obbligo di proteggere ex officio le denominazioni d’origine, assumendosi una responsabilità diretta nella vigilanza. In Europa il nostro sistema di tutela raggiunge livelli di efficacia ancora lontani in molte altre aree del mondo, dove l’UE sta cercando di colmare il divario attraverso gli accordi di libero scambio con i Paesi terzi. Fuori dall’Unione, infatti, continuano a verificarsi utilizzi ingannevoli della nostra denominazione, con conseguenze negative non solo per le nostre esportazioni, ma soprattutto per il consumatore, che crede di acquistare un prodotto autentico e viene invece ingannato. Questo nuovo episodio di violazione all’interno del territorio dell’Unione dimostra che è tempo di un deciso salto di qualità: servono regole comuni per gli enti fieristici europei, in modo da garantire eventi realmente “fake free” ed evitare costosi e inutili interventi successivi da parte dei consorzi e dei tribunali».