 A poco più di un anno dalla scomparsa del Cavalier Roberto Bertazzoni, imprenditore emiliano e socio fondatore della Fondazione Rizzoli, la famiglia ha deciso di portare avanti l’impegno filantropico del Cavaliere a sostegno dell’Istituto Rizzoli, al fianco della Fondazione, per onorarne la memoria.
A poco più di un anno dalla scomparsa del Cavalier Roberto Bertazzoni, imprenditore emiliano e socio fondatore della Fondazione Rizzoli, la famiglia ha deciso di portare avanti l’impegno filantropico del Cavaliere a sostegno dell’Istituto Rizzoli, al fianco della Fondazione, per onorarne la memoria.
Il primo passo è stata la decisione di finanziare due borse di dottorato di ricerca in Scienze Biomediche e Neuromotorie, che verranno dedicate alla memoria del Cavaliere.
Le borse di studio, bandite dall’Università di Bologna e sostenute dalla Fondazione Rizzoli, avranno una durata di tre anni e un valore complessivo di 150.000 euro: saranno dedicate allo sviluppo dei temi di ricerca legati alla patologia vertebrale e in particolare alle deformità e ai danni derivanti da schiacciamento di strutture nervose o vascolari a livello della colonna.
Si tratta di problemi di altissima complessità perché intervenire chirurgicamente sulla colonna vertebrale significa agire in prossimità di strutture vitali e la ricerca è fondamentale per studiare nuove metodiche che siano tanto efficaci quanto sicure per il paziente.
A seguito di procedura selettiva pubblica le due borse di studio sono state assegnate al dott. Luigi Falzetti e al dott. Giovanni Tosini, che dal 1° novembre avvieranno il lavoro di ricerca.
Ma non è tutto, perché grazie alle generose donazioni ricevute dalla Fondazione Rizzoli in memoria del Cav. Bertazzoni, scomparso nell’aprile 2024, è stata superata la somma di 60.000€ che verrà destinata all’acquisto di un bisturi a ultrasuoni, strumento a tecnologia avanzata che consente di rimuovere in maniera rapida e precisa tessuti danneggiati.
Queste caratteristiche lo rendono particolarmente indicato nella chirurgia ortopedica oncologica, plastica e ricostruttiva. Il bisturi sfrutta la potenza e la precisione degli ultrasuoni, per garantire sicurezza e usabilità, elementi indispensabili nella chirurgia di precisione.
“L’impegno di tutti i soci a fianco della Fondazione – commenta la Presidente Federica Guidi – e la loro generosità mi ha sempre colpita, fin dall’inizio di questo nostro percorso.
Ma il mecenatismo del Cavalier Roberto Bertazzoni merita davvero un plauso speciale: in vita ci è sempre stato a fianco con grande coinvolgimento e ora la sua memoria è ancora insieme alla Fondazione per portarla a traguardi sempre più alti, grazie all’impegno portato avanti dalla sua famiglia.
Le due borse di studio che la famiglia Bertazzoni ha voluto dedicare alla memoria del Cavaliere sono un grande traguardo per noi, così come l’acquisto del bisturi ad ultrasuoni che abbiamo potuto effettuare grazie alle donazioni che amici e parenti hanno effettuato in ricordo di questo uomo così generoso”.
“Il continuo sostegno della Fondazione Rizzoli e del mondo locale sono la testimonianza di quanto l’Istituto sia considerato un patrimonio prezioso per la comunità e per la nostra area metropolitana. Il Rizzoli prosegue il suo impegno, da oggi anche con questi preziosi contributi, nella ricerca di cure sempre più innovative per offrire risposte adeguate anche in caso di patologie e condizioni che altrove non possono essere risolte” aggiunge il direttore generale del Rizzoli Andrea Rossi.
“Sono immensamente grato per questa rinnovata generosità – commenta il direttore della Chirurgia vertebrale del Rizzoli Alessandro Gasbarrini. – Poter dedicare risorse alla ricerca scientifica su aspetti che interessano così da vicino la chirurgia vertebrale è di essenziale importanza per l’individuazione di nuove tecniche chirurgiche per patologie così complesse come quelle che riguardano la colonna vertebrale. Abbiamo già dimostrato negli anni quanto le attività di ricerca ci abbiamo consentito di portare in sala operatoria metodiche decisamente migliorative per i nostri pazienti”.
 




