«Sono trascorsi ventidue anni da quel tragico 12 novembre 2003, quando l’Italia fu scossa dalla notizia dell’attentato di Nassiriya, in Iraq. Un’esplosione devastante che colpì la base militare italiana “Maestrale”, portando via la vita a 28 persone, tra cui 19 italiani: 12 carabinieri, 5 militari dell’Esercito, 2 civili. Una ferita profonda, che ancora oggi resta impressa nella memoria collettiva del nostro Paese. Celebrare questo anniversario significa non solo rendere omaggio a chi ha perso la vita, ma anche interrogarci, con rispetto e consapevolezza, sul valore del servizio, della pace, dell’impegno internazionale, sul ruolo delle nostre Forze Armate e su quanto, ancora oggi, sia necessario tenere viva la memoria di quei tragici eventi».

Con queste parole il presidente della Provincia di Modena, Fabio Braglia, ha ricordato la strage di Nassirya, avvenuta il 12 novembre 2003, quando un camion bomba esplose davanti alla base italiana “Maestrale” a Nassirya, in Iraq, causando la morte di 28 persone, tra cui 19 italiani: 12 carabinieri, 5 soldati dell’Esercito e 2 civili.

«Come istituzioni locali, – prosegue Braglia – sentiamo forte la responsabilità di mantenere vivo il ricordo. È nel radicamento territoriale, nella partecipazione delle comunità, nella presenza delle scuole, delle associazioni e dei cittadini che la memoria diventa valore condiviso. Non un rito da celebrare una volta all’anno, ma un dovere civico da coltivare quotidianamente. La Provincia di Modena, nel rispetto delle proprie funzioni e del proprio ruolo di coordinamento tra i Comuni del territorio, vuole rinnovare oggi il proprio impegno a promuovere, anche attraverso la cultura e l’educazione civica, i principi di pace, dialogo e solidarietà. Sono valori che si costruiscono a partire dalle scuole, dove i nostri giovani devono poter conoscere la storia, riflettere sulle sue pagine più drammatiche, comprendere la complessità del mondo in cui vivono e maturare un senso critico e responsabile»..

Infine Braglia ha voluto «rivolgere un pensiero a tutti gli uomini e le donne che ogni giorno indossano una divisa. Carabinieri, poliziotti, militari, vigili del fuoco, personale della protezione civile: sono persone che spesso mettono a rischio la propria vita per garantire sicurezza, ordine e supporto. Nassiriya ha rappresentato uno spartiacque nel modo in cui l’opinione pubblica guarda alle Forze Armate, contribuendo a una consapevolezza più profonda e matura del loro ruolo. Eventi come questo devono rappresentare non solo momenti commemorativi, ma occasioni per riflettere sul senso dell’impegno pubblico. Sulla responsabilità che ciascuno di noi ha, come cittadini e come amministratori, nel costruire una società più giusta, più unita, più consapevole. Ricordare Nassiriya significa, anche, scegliere ogni giorno da che parte stare: dalla parte della pace, della dignità umana, della memoria e della speranza».

La prefetta Fabrizia Triolo, il generale di divisione comandante dell’Accademia militare Stefano Messina, il presidente della Provincia Fabio Braglia e il sindaco Massimo Mezzetti hanno deposto una corona sul monumento e, dopo la preghiera pronunciata da monsignor Giuliano Gazzetti, sono intervenuti per ricordare il sacrificio dei caduti nell’attacco compiuto con un camion imbottito di tritolo lanciato a folle velocità contro la base.

Particolarmente sentito l’intervento del Generale di divisione Stefano Messina, che in quei giorni era in servizio proprio alla base italiana di Nassiriya e la cui unità fu la prima ad intervenire per metterla in sicurezza dopo l’attentato in cui morirono, appunto, 28 persone. In particolare, i militari italiani si trovavano a Nassyria impegnati in una missione di peacekeeping e di sostegno alla ricostruzione del paese dopo la guerra.

L’attacco è stata la più grave perdita per l’Italia in un’operazione militare dalla Seconda guerra mondiale, segnando profondamente l’opinione pubblica e la memoria collettiva del Paese. Dal 2009 quella del 12 novembre è diventata la “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”.