Promuovere e far crescere la cultura di una mobilità sicura e programmare iniziative per favorire la prevenzione e la riduzione delle vittime degli incidenti stradali. Sono gli obiettivi principali degli Stati generali della sicurezza stradale, voluti dalla Regione Emilia-Romagna, convocati oggi a Bologna, all’indomani della giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada, che si celebra ogni anno la terza domenica di novembre.

Per la prima volta in assoluto in Emilia-Romagna, la Regione ha deciso di dar vita a un importante momento di confronto tra istituzioni, enti, associazioni, mondo della ricerca, cittadine e cittadini, per mettere in rete e condividere riflessioni sulle azioni in corso, sulle criticità ancora aperte e sulle possibili soluzioni per rendere le nostre strade più sicure per tutti.

I lavori hanno preso il via con saluti istituzionali del presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, insieme al presidente dell’Anci Emilia-Romagna, Marco Panieri e alla vicepresidente dell’Upi, Valentina Palli. Nel corso della sessione si sono alternati gli interventi di esperti del settore, dirigenti regionali, rappresentanti delle associazioni e professionisti del mondo della sanità e dell’istruzione. A concludere la mattinata di discussione l’intervento dell’assessora alle Infrastrutture, Mobilità e Trasporti, Irene Priolo.

“La sicurezza stradale riguarda la qualità della vita delle nostre comunità, è una responsabilità collettiva che deve puntare a garantire ad ogni persona la possibilità di spostarsi nel modo più sicuro possibile- affermano il presidente de Pascale e l’assessora Priolo-. Per raggiungere l’obiettivo fissato dalla Commissione europea di dimezzamento entro il 2030 dei morti e dei feriti gravi sulle strade è indispensabile agire tutti insieme. Abbiamo deciso di convocare questi Stati generali proprio per favorire il dialogo e lo scambio di informazioni tra tutti gli attori coinvolti e mettere insieme le loro competenze per imparare a usarle in maniera diffusa ed efficace. Da qui deve partire un lavoro di confronto continuo con un maggiore coinvolgimento dei territori che punti a garantire al più presto soluzioni e risultati concreti. Per fare questo è necessario utilizzare tutte le leve, a partire da quella educativa, ma arrivando anche alla trasformazione delle città, per renderle più a dimensione delle persone e favorirne la sicurezza e la mobilità attiva”.

“La complessità di un fenomeno così drammatico necessita di un approccio integrato, multidisciplinare e coordinato per riuscire a incidere pienamente su dati che ancora ci restituiscono un numero di morti e feriti importante- aggiunge il presidente dell’Osservatorio regionale per l’educazione alla sicurezza stradale, Marco Pollastri-. Bisogna riuscire a fare tesoro delle esperienze presenti a livello regionale, nazionale ed europeo e a implementarle adattandole al nostro contesto territoriale, dai comuni più piccoli a quelli più grandi. È fondamentale svolgere un lavoro coordinato, fatto di dialogo e collaborazione, che sappia ottimizzare le risorse umane e quelle economiche, ma soprattutto avere una prospettiva di lungo periodo con un continuo monitoraggio dei risultati”.

Nel corso dell’iniziativa è stato sottoscritto il protocollo di collaborazione tra l’Osservatorio regionale per la sicurezza stradale, l’Anci dell’Emilia-Romagna e l’Unione delle provincie dell’Emilia-Romagna, finalizzato alla collaborazione in materia di sicurezza stradale e salute urbana, che avrà una durata triennale fino a dicembre 2028.

Il protocollo nel dettaglio

L’accordo stabilisce la collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e le rappresentanze emiliano-romagnole di Anci e Upi per promuovere un approccio condiviso alla sicurezza stradale e alla salute urbana, valorizzando il ruolo dei territori e delle amministrazioni locali.

Il patto intende rafforzare il dialogo con i Comuni per raccogliere fabbisogni e criticità e stimolare politiche e interventi, anche integrati, che migliorino le condizioni di sicurezza nelle aree urbane ed extraurbane. In particolare, i Comuni medio piccoli riceveranno un supporto nella progettazione della sicurezza stradale favorendo interventi di riduzione dell’incidentalità nella programmazione delle infrastrutture.

Tra le azioni previste rientrano la costruzione di reti multiscopo con soggetti istituzionali, scolastici, sanitari e associativi, la definizione di checklist tecniche e politiche utili agli operatori e lo sviluppo di sistemi per acquisire e rendere disponibili dati di qualità sugli incidenti. È, inoltre, in programma un focus sulla ciclabilità e sulla moderazione del traffico, con indicazioni progettuali basate sulle linee guida regionali. E ancora, saranno attivati percorsi formativi e iniziative di sensibilizzazione sui costi sociali dell’incidentalità e sulle soluzioni disponibili, oltre alla definizione di materiali e campagne integrate che connettano sicurezza, risparmio e qualità dell’aria e il rafforzamento delle politiche soft indirizzate ad orientare positivamente i comportamenti della collettività.

I dati sull’incidentalità in Emilia-Romagna

Nel corso della giornata di lavori sono stati presentati anche i dati provvisori, elaborati dall’Ufficio Statistiche della Regione Emilia-Romagna, dell’incidentalità sulle strade della regione relativi ai primi sei mesi del 2025.

A livello regionale, da gennaio a giugno 2025 si registra una lieve inversione di tendenza riguardo agli esiti degli incidenti stradali. Infatti, a fronte di un numero degli incidenti in calo di 24 casi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, passando da 8.125 a 8.019. Aumenta, purtroppo con 5 vittime in più, il numero dei decessi (che passa da 128 a 133) e quello dei feriti, che passa da 10.463 a 10.579 (+116).

In particolare sempre confrontando il primo semestre 2024 con lo stesso periodo del 2025, in provincia di Bologna gli incidenti passano da 1.925 a 1991, i decessi da 25 a 26 e i feriti da 2.483 a 2.658; nel Ferrarese calano tutti gli indicatori con gli incidenti che passano 574 a 537, i decessi da 15 a 11 e i feriti da 736 a 712; nella provincia di Forlì-Cesena gli incidenti passano da 719 a 742, i decessi da 14 a 10 e i feriti da 904 a 941; nel Modenese gli incidenti da 1,324 a 1.331, i decessi da 17 a 25 e i feriti da 1756 a 1715; in provincia di Parma gli incidenti passano da 848 a 834, i decessi da 9 a 10 e i feriti da 662 a 636; nel Piacentino gli incidenti passano da 534 a 512; i decessi da 16 a 18, i feriti 694 a 668; in provincia di Ravenna gli incidenti passano da 813 a 794, i decessi sono 16 invariati e i feriti da 1.044 a 1.069; in provincia di Reggio Emilia gli incidenti passano da 875 a 864, i decessi da 8 a 12 e i feriti da 1.150 a 1.130; in provincia di Rimini gli incidenti passano da 699 a 702, i decessi da 8 a 5 e i feriti da 848 a 852.

Se consideriamo la tipologia di strada nel primo semestre del 2025 il maggior numero di incidenti è avvenuto sulle strade urbane dove sono stati 5.727, facendo registrare 50 morti e 7.133 feriti, mentre sulle strade extraurbane gli incidenti sono stati 2.382, con 83 decessi e 3.446 feriti.

Considerando la tipologia di veicolo coinvolto tra gennaio e giugno 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024 i decessi di soggetti a bordo di autovettura passano da 48 a 54, da 31 a 28 quelli a bordo di motocicli, da 12 a 20 i ciclisti e da 20 a 16 i pedoni.