La lettura come strumento di benessere cerebrale è stata al centro dell’evento di divulgazione scientifica “Il cervello che legge. Costruire la riserva cognitiva attraverso la lettura”, promosso da Unimore. Una mattinata molto partecipata, che ha riunito ricercatori, pazienti, familiari, bibliotecari, volontari delle “palestre della memoria” e cittadini di tutte le età in un confronto aperto e vivace.

Coordinato scientificamente da Giovanna Zamboni e Sendy Caffarra del Dipartimento di Scienze Biomediche Metaboliche e Neuroscienze di Unimore, l’incontro ha approfondito come la lettura, coltivata lungo l’arco della vita, possa potenziare la riserva cognitiva, stimolare la plasticità cerebrale e contribuire a contrastare i sintomi dei disturbi neurodegenerativi.

La mattinata ha toccato diversi temi chiave: la salute cerebrale secondo un approccio life-course (Francesca Baglio), il ruolo della riserva cognitiva sulla performance neuropsicologica (Chiara Carbone), le afasie primarie progressive come modello di vulnerabilità e resilienza del linguaggio (Chiara Gallingani), la neuroplasticità della lettura (Sendy Caffarra), e le buone pratiche per promuovere la lettura in ogni fase della vita (Elisa Bassoli e Giuditta Smith).

Nella tavola rotonda conclusiva, moderata da Francesca Neviani e Annalisa Chiari, pubblico e relatori si sono confrontati su come la lettura possa diventare un gesto quotidiano di cura e di connessione tra generazioni.

I saluti istituzionali hanno espresso una visione condivisa di ricerca come bene pubblico: la Rettrice Unimore Rita Cucchiara ha ricordato come la scienza debba sempre più intrecciarsi con la salute e la comunità; il Consigliere Regionale Gian Carlo Muzzarelli ha richiamato il valore della sanità pubblica, che merita risorse adeguate al PIL; il Direttore Sanitario Silvio Di Tella ha lodato l’entusiasmo e la passione per la ricerca dei ricercatori clinici dell’azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, riconoscendo l’importanza del loro lavoro nel coniugare ricerca e cura e rimarcando l’importanza della prevenzione; la Direttrice della Neurologia, Jessica Mandrioli, ha infine sottolineato le nuove sfide e le opportunità offerte dalle nuove terapie per l’Alzheimer e le malattie neurodegenerative e quanto queste potranno essere gestite solo da centri di eccellenza.

L’iniziativa, sostenuta da AOU Modena, Unimore, AUSL Modena, Sindem Emilia-Romagna, Società Italiana di Neuropsicologia e Biblioteche del Comune di Modena, ha confermato che la scienza, quando incontra la comunità, può diventare una forza collettiva di consapevolezza e di speranza.

L’iniziativa proseguirà con un laboratorio interattivo “Il cervello che legge… in azione!”, in programma alla Biblioteca Delfini di Modena il 9 febbraio 2026. Il laboratorio sarà aperto a lettori e lettrici di tutte le età e si propone di mettere in pratica alcuni consigli di lettura con l’aiuto di bibliotecarie e ricercatrici.