Avere la casa su una strada in cui
passano molti camion, genitori che fumano, un’alimentazione povera di frutta e verdura e invece ricca di sale e di bevande gassate; la vita sedentaria, l’obesità e perfino le troppe ore davanti alla televisione: sono tutti fattori correlati al rischio di asma nei bambini e negli adolescenti.

Il dato emerge dal secondo studio nazionale Sidria (Studi italiani sui disturbi respiratori dell’infanzia e l’ambiente), i cui risultati sono stati presentati a Bologna, a Palazzo Ratta, nell’ambito del congresso annuale dell’Associazione italiana di epidemiologia.

Lo studio, coordinato dall’ Agenzia sanitaria della Regione Emilia-Romagna – si legge in un comunicato – aveva come tema l’analisi dell’asma e dei disturbi respiratori nei bambini e negli adolescenti. Con un questionario sono state esaminate le eventuali differenze in diverse aree geografiche e in diversi strati socioeconomici, il ruolo dell’ inquinamento, sia all’esterno che all’interno delle abitazioni, le condizioni di vita delle famiglie, gli stili di vita, le cure praticate. I risultati sono stati confrontati con quelli raccolti in un precedente studio analogo realizzato nel 1995.

La ricerca e’ stata condotta da un gruppo nazionale, composto da centri di ricerca delle universita’, del Consiglio nazionale delle ricerche e del Servizio sanitario nazionale sparsi in tutto il Paese. Ha coinvolto circa 36 mila bambini e ragazzi e le loro famiglie (20.000 di prima e seconda elementare, 16.000
della terza media), in 410 scuole di tredici zone (Regione Emilia-Romagna, Province di Mantova, Siena, Trento, Bari, Cosenza, Empoli, Firenze-Prato, Milano, Roma, Palermo, Tivoli, Torino).

Piu’ in dettaglio, dall’indagine e’ emerso che negli ultimi anni in Italia la presenza dell’asma infantile e dei sintomi tipici dell’asma bronchiale, come sibili o fischi con il respiro, e’ rimasto un problema rilevante di salute che interessa il 9.5% dei bambini di 6 e 7 anni e il 10.4% degli adolescenti.
Sensibile, inoltre, e’ l’aumento delle riniti da polline (che sono passate nei bambini dal 6% al 9% e negli adolescenti dal 14 al 17%) e dei sintomi di dermatite atopica (che vanno dal 6 al 10% in entrambi i gruppi di eta’).

Alcuni sintomi respiratori, come la tosse e il catarro, sono piu’ elevati nelle metropoli rispetto ai piccoli centri. Non sono emerse particolari differenze, invece, tra le varie aree geografiche, anche se la diagnosi di asma e’ lievemente piu’ elevata nelle regioni centrali (Lazio e Toscana).

Uno dei dati nuovi piu’ significativi della ricerca – sottolinea il comunicato – e’ il legame stretto tra stile di vita e abitudini alimentari e la frequenza di sintomi dell’asma nei bambini e negli adolescenti. Le risposte ai questionari segnalano dunque che chi mangia piu’ frutta e verdura presenta meno i sintomi dell’ asma. Che compaiono con piu’ frequenza, invece, nelle diete ricche di sale, con il consumo di bevande gassate, con l’ aumentare del peso dei bambini. La frequenza dei sintomi aumenta anche in rapporto alle ore davanti alla televisione: soffre di asma il 7 % dei bambini che la guardano un’ ora o meno al giorno, l’ 11% di quelli che la guardano 5 ore o piu’.

Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, la ricerca conferma che i bambini che vivono vicino alle strade molto trafficate da camion sono piu’ affetti da disturbi respiratori cronici, come tosse e catarro.

C’e’ invece una tendenza alla diminuzione del fumo dei genitori, specie tra i papa’. La percentuale di fumatori fra i padri dei ragazzi di 13 e 14 anni e’ passata dal 40% del 1995 al 33%; tra le madri, dal 32% al 27%. Il 44% dei ragazzi ha almeno un genitore che fuma, contro il 52% del 1995, mentre il numero dei ragazzi che riferisce di avere almeno un famigliare che fuma, e’ passato in sette anni dal 58 al 53%. Si e’ ridotto, ma non in modo apprezzabile, anche il numero di bambini la cui madre ha fumato durante la gravidanza e che quindi sono stati esposti al fumo passivo nell’ utero (dal 16% al 13%).

Lo studio ha messo in evidenza anche alcuni cambiamenti interessanti nelle famiglie italiane che possono avere un’ influenza anche in questo campo. E’ aumentata l’ eta’ delle madri al momento del parto e sono piu’ frequenti le madri che lavorano. Il titolo di studio dei genitori e’ mediamente piu’ elevato. Sono aumentati i bambini di famiglie immigrate e anche il numero di bambini che frequenta asili nido e scuole materne.

Vengono infine evidenziate rilevanti disparita’ nell’assistenza sanitaria, legate alla zona di residenza e al livello economico e culturale della famiglia. Il ricovero in ospedale di bambini con asma in un anno e’ del 6.5% al Sud, contro il 3.5%
nel Centro Italia e il 3,1% al Nord; al Sud vengono anche portati piu’ spesso al pronto soccorso. Un altro aspetto emerso in questa ricerca e’ che i bambini asmatici i cui genitori hanno un titolo di studio inferiore alla licenza media vengono ricoverati in ospedale piu’ spesso (18% rispetto al 3-4% dei figli di genitori con grado di istruzione piu’ alto). E vengono portati al pronto soccorso piu’ spesso dei bambini che hanno almeno un genitore laureato (18% contro 11%). Viceversa, risulta che siano meno seguiti da uno specialista e che ricevano meno visite di controllo al di fuori delle crisi asmatiche (67% dei casi contro l’ 87% dei figli di laureati).