Come gli enti locali programmano la prevenzione in presenza di stabilimenti definiti “a rischio di incidente rilevante” come i serbatoi di carburante o industrie con particolari lavorazioni chimiche. E’ questo l’argomento del convegno in programma oggi, dalle ore 10 alle 17, nella sala conferenze S. Filippo Neri, in via Sant’Orsola 52.


Promosso dalla Provincia di Modena, l’incontro serve a fare il punto sul nuovo quadro legislativo nazionale (il decreto ministeriale del maggio 2001, denominato legge “Seveso 2”) e sulla nuova legge regionale sul problema degli incidenti connesi con lavorazione di sostanze pericolose.

“Con questa iniziativa – sottolinea Maurizio Maletti, assessore provinciale alla Programmazione – aggiorniamo le nostre conoscenze e definiamo le procedure, in gran parte già acquisite nei nostri piani territoriali e di settore, con l’obiettivo di migliorare la programmazione comunale, quindi la prevezione dei rischi. Nel modenese non esistono preoccupazioni particolari, ma, come prescrive la legge, in presenza di grandi quantitativi di sostanze pericolose, è giusto applicare il principio di massima precauzione”.

Nella sessione del mattino, in cui si parlerà soprattutto di programmazione territoriale, oltre a Maletti, intervengono, tra gli altri, Rosario Manzo e Patrizia Colletta del comitato tecnico scientifico del ministero delle Infrastrutture per l’attuazione del decreto e Giancarlo Muzzarelli, presidente della commissione Territorio e ambiente della Regione Emilia Romagna.

Alla seduta pomeridiana, dedicata soprattutto alla prevenzione e alla programmazione degli interventi di protezione civile, intervengono, tra gli altri, Ferruccio Giovanelli, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena, Romano Stefanelli dell’Arpa regionale e Marco Pirani, presidente della Scam di Modena.

Sono nove le imprese modenesi considerate a rischio che secondo il decreto ministeriale sono tenute a presentare un piano di sicurezza. A queste la Provincia di Modena ne ha aggiunte altre sette, a scopo precauzionale, affinchè i Comuni tengano conto della loro presenza nella definizione dei piani regolatori.