Sono almeno 150.000, ma secondo alcune stime potrebbero essere fra 300.000 e 400.000, gli italiani vittime della sindrome della fatica cronica (CFS, Chronic Fatigue Syndrome). E’ una malattia riconosciuta ufficialmente ormai da alcuni anni, ma dalle origini ancora misteriose. Si manifesta con una sensazione di fatica contro cui nessun riposo
è efficace e che si può protrarre per mesi, a volte anni.


Pioniere nello studio di questa malattia è, in Italia, la struttura esistente presso il Centro di riferimento oncologico di Aviano (Pordenone).

Sulla base dei dati epidemiologici disponibili, le più
colpite dalla stanchezza cronica sembrano essere le donne fra 35 e 40 anni, mentre sembrano essere rari i casi negli anziani oltre i 65 anni.
La malattia si manifesta con una fatica prolungata (almeno sei mesi) e molto debilitante, accompagnata da mal di testa o da dolori muscolari e alle ossa, mal di gola ricorrente e malessere
generale. Ci si sente spossati anche dopo uno sforzo fisicominimo e non si riesce ad alleviare la fatica con il riposo. A lungo andare le ricadute sul lavoro e vita sociale diventano molto serie. Possono comparire disturbi della memoria e
difficoltà nella concentrazione, ma non va assolutamenteconfusa con la depressione: sono diversi sia i sintomi sia gli effetti prodotti nel cervello.
Tra le ipotesi sulle cause che
scatenano la stanchezza cronica, la più fondata indica un difetto del sistema immunitario.

Identificata negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’80, la malattia è stata segnalata sono giunte negli ultimi anni da tutta Europa, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Islanda, Giappone, Russia e Sudafrica.