A provocare quasi la metà degli
incidenti stradali in Italia non sono le condizioni della
strada, fattori atmosferici o ‘esterni’, ma la distrazione di
chi è alla guida del mezzo, determinata sia da elementi
psicologici costanti sia da stati d’animo occasionali.

A puntare il dito contro i conducenti di auto, moto e camion
(il 47% degli incidenti sarebbe colpa loro) sono i risultati di
uno studio incentrato proprio sui fattori soggettivi che sono
alla base degli incidenti stradali, realizzato dall’istituto
Piepoli con il patrocinio del ministero delle Infrastrutture su
incarico dell’Anas, della Fipe e del Silb. La ricerca – condotta
su sessanta persone dai 18 anni rimaste vittime di un incidente
in quattro città campione (Roma, Milano, Padova e Napoli) – ha
evidenziato come l’entrata in vigore della patente a punti abbia
di fatto comportato un cambiamento importante nei comportamenti
dei guidatori, riducendo il numero di morti e feriti.

Ma per
ridurre ancora gli effetti degli incidenti stradali – ogni anno
i morti sono oltre 6.500 e gli incidenti oltre 235mila, con un
costo sociale equivalente al 2% circa del Pil – sono necessarie
campagne mirate di prevenzione ed educazione che minimizzino
proprio l’influenza dei fattori soggettivi e che rendano gli
automobilisti consapevoli dei “fattori psichici stabili” e
degli “stati d’animo occasionali” che è opportuno tenere
sotto controllo per evitare di rimanere coinvolti, o provocare,
un incidente.
Quattro sono le cause ‘soggettive’ principali individuate
dallo studio che determinano un incidente: distrazione, appunto,
fattori culturali (poco senso civico e scarsa educazione
stradale), stile di vita (abuso di droghe e alcol, farmaci, vita
notturna eccessiva) e fattori psicologici affettivo-emozionali.
Questi ultimi sono a loro volta patologici, è il caso dei
soggetti ‘depressi’ e maniacalì, o indotti da stati d’animo
occasionali, come nei soggetti che si trovano ad essere
‘euforici’ o ‘frustrati’ a causa di una qualche situazione
particolare che li ha coinvolti personalmente.

“E’ imprescindibile tenere in considerazione questi dati per
individuare misure perseguibili ed efficaci alla lotta contro
gli incidenti – ha detto il direttore generale di Fipe
Confcommercio Edi Sommariva – Si tratta di un tema su cui manca
una base scientifica autorevole ma di assoluta rilevanza. Ecco
dunque che per combattere e isolare le cause soggettive degli
incidenti sono fondamentali maggiore prevenzione ed
educazione”. “Lo studio dimostra che per ridurre gli incidenti
– ha aggiunto il direttore degli affari generali dell’Anas Carlo
Sgandurra – è necessario continuare ad investire nei più
moderni sistemi di sicurezza, curare la manutenzione della rete
ma anche agire sui fattori soggettivi”. Soddisfatto dei
risultati dello studio anche il presidente del Silb-Fipe Renato
Giacchetto. “Siamo disponibili a sostenere qualunque iniziativa
volta davvero a lavorare per la sicurezza stradale – ha detto –
anche sobbarcandoci gli oneri di iniziative come il ‘guidatore
designato’ e l’accompagnamento”.