L’aumento del costo della vita è materia troppo delicata per affrontarla continuando ad additare ingiustamente il commercio come responsabile di speculazioni sui prezzi e sbandierando ricette – come quella del blocco dei prezzi nella grande distribuzione – che non solo risultano difficilmente inquadrabili in una logica di libero mercato, ma hanno anche effetti di dubbia realizzazione e portata.

In un generale clima di incertezza rispetto alle prospettive di crescita economica internazionale, il vero nodo che rischia di non essere sciolto nella prossima manovra finanziaria, è quello di rilanciare la competitività del sistema-Italia, facendo leva su tutte le potenzialità presenti nel Paese, ivi compresa la piccola e media impresa. Solo l’adozione di misure strutturali renderebbe possibile il consistente innalzamento del tasso di crescita potenziale dell’economia italiana e il conseguente rafforzamento del potere di acquisto delle famiglie.

Con il documento recentemente siglato da Confcommercio e Confesercenti, assieme ad altre sedici associazioni datoriali italiane, si avvia un percorso volto ad identificare obiettivi e strumenti per un’azione di rilancio dell’economia, tesa a ottenere risultati concreti e verificabili, nella piena consapevolezza che le nuove sfide richiedono un impegno deciso delle forze sociali e produttive a confrontarsi e a lavorare in modo coeso e solidale.

Sul piano generale, occorre aumentare in modo considerevole il tasso di crescita potenziale dell’economia italiana, anche attraverso la riduzione della pressione fiscale, avviando, in modo selettivo, una stagione di investimenti privati e pubblici che facciano da volano per rilanciare lo sviluppo del Paese.
Occorrono dunque provvedimenti e incentivi per attuare in modo concertato fra tutte le parti sociali quelle riforme che siano in grado di favorire la semplificazione burocratica, la riduzione dei costi nella pubblica amministrazione, la piena realizzazione della riforma Bersani, la riforma delle professioni, la riforma del risparmio, delle norme sulla legge fallimentare e sui fondi pensione.
Vanno completate le grandi opere avviate e selezionati i nuovi interventi per realizzare una rete moderna di infrastrutture; vanno promossi investimenti cospicui in ricerca; il Mezzogiorno deve costituire sempre più una risorsa per ampliare la base produttiva, il mercato e l’occupazione; va sostenuto il sistema delle piccole e medie imprese commerciali favorendone l’innovazione, la formazione, l’accesso al credito, la crescita dimensionale, la partecipazione a progetti di marketing territoriale e di valorizzazione dei distretti.
L’indispensabile riduzione della pressione fiscale non può tradursi nel travaso di competenze dal sistema centrale a quello delle autonomie locali, ma nella riorganizzazione del sistema di spesa pubblica e nell’individuazione di un nuovo welfare compatibile con l’evoluzione dei bisogni e con gli elementi di flessibilità e di cambiamento che caratterizzano oggi il mercato del lavoro.

Confcommercio e Confesercenti ritengono che siano queste le premesse da cui partire per influire positivamente sulle aspettative degli operatori, offrire certezza e fiducia alle imprese e alle famiglie, rendere il mercato sempre più plurale e trasparente.