Rita Borsellino, Federica Rossi Gasparrini e Silvana Fucito. Tre donne dalla storia “importante”, tutte ospiti oggi del convegno “Labora et labora. Il lavoro pagato e non pagato tra mercato e cura”, promosso nell’ambito della 1° Assemblea Nazionale delle Elette ed Amministratrici delle Province d’Italia, ospitata da COM-PA.

La platea, quasi tutta al femminile, ha accolto con un applauso la Borsellino: la sorella del magistrato ucciso dalla mafia è presidente onoraria dell’associazione Libera, con la quale “siamo riusciti a ottenere l’assegnazione a cooperative sociali dei beni confiscati alle mafie”. Un contributo importante per la legalità, in una terra in cui “la mafia cerca di allungare le sue mani sugli interessi economici per utilizzare il denaro a favore dei suoi interessi e non certo della collettività”.

Anche Silvana Fucito è impegnata nella lotta alla criminalità organizzata. Fucito, della provincia di Napoli, ha fondato l’Associazione Antiracket, dopo essersi rifiutata di pagare il “pizzo” e aver subito per questo l’incendio della sua fabbrica. Quest’anno è stata premiata dalla rivista “Times” come una dei personaggi eroici europei del 2005. “E’ difficile andare in giro tra i negozi a chiedere adesioni in una realtà in cui pagare il racket è una cosa normale”. Ma molto è stato fatto: “Nel 2000 le denunce erano 6 o 7, nel 2004 sono state 900”.

E infine Federica Rossi Gasparrini, presidente nazionale “Donneuropee Federcasalinghe”, che racconta come in Lombardia ci siano “ben un milione e 600 mila donne casalinghe, ma vivono nascoste perché si vergognano”. Gasparrini, soprattutto, ribadisce le sue critiche per la mancata attuazione della riforma che prevede un assegno ai figli fino alla maggiore età in caso di morte della mamma casalinga.