Esponente di spicco della schiera di cantanti ‘under 30’ che si ispirano al jazz e allo swing, l’inglese Jamie Cullum contende all’americano Michael Bubblè (a suon di milioni di dischi venduti) il titolo di miglior artista della black music.

Pianista e cantante talentuoso, Cullum, dopo il fortunato debutto di ‘Twentysomething’, ha realizzato nei mesi scorsi ‘Catching tales’, un disco
destinato a bissare il successo del precedente e che presenterà in concerto il 23 gennaio al Vox di Nonantola.
I biglietti sono in vendita a 25 euro, oltre ai diritti di prevendita, sul circuito di
Ticketone.it (059/546979).

Rispetto al suo ‘concorrente’ statunitense più fedele allo swing, Cullum, che è anche un ottimo showman, unisce al jazz degli standard di Cole Porter e altri grandi, incursioni nel soul e nella musica nera di maestri come Stevie Wonder e Prince, ottenendo un mix di notevole efficacia
che piace a un pubblico eterogeneo e che i puristi del bebop non disdegnano.

Il nuovo disco da questo punto di vista mostra le due ‘anime’
di Cullum: un paio di ballad vecchio stile, poi brani di maggiore impatto ritmico ed emotivo. All’inglese piacciono le cover, ma le sceglie in base al suo gusto, tanto che in passato ha unito ‘The wind cries Mary’ di Jimi Hendrix, a un classico easy listening anni ’60 come ‘Everlasting love’, che in Italia ‘tradussero’ i Ricchi e Poveri.