Triste primato per il capoluogo emiliano che con 610 embrioni congelati abbandonati, sui 2.527 di tutta Italia, è la città italiana con il maggior numero di abbandoni; anche l’Emilia-Romagna con un totale di 639 embrioni dislocati in tre centri (Bologna, Guastalla, in Provincia di Reggio Emilia e Modena), batte le altre 15 regioni che hanno centri per la conservazione (88 in tutto). Le coppie che li hanno prodotti sono 148 in tutta la Regione, delle quali 141 a Bologna.


Dopo l’Emilia-Romagna, nella lista degli embrioni abbandonati segue la Lombardia, con 502 embrioni di 128 famiglie e poi, a lunga distanza, la Sicilia con 233 embrioni di 62 famiglie, la Puglia con 149 (di 39 famiglie), l’Abruzzo con 148 (e 29 coppie), la Campania con 147 (e 35 coppie), il Lazio con 134 (e 28 famiglie).

I dati, elaborati dall’Istituto superiore di sanità, sono contenuti nella relazione portata in Parlamento dal Ministro della Salute Livia Turco a metà giugno per chiarire lo stato di attuazione della legge 40 dopo la conferma del testo decretata dal referendum dell’anno passato e che ne vieta l’utilizzo al di fuori della coppia di origine.
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Il Ministero, alla fine della scorsa primavera, ha concluso il primo censimento sulla localizzazione degli embrioni crioconservati in stato di abbandono. Quelli che infatti non vengono ritirati dalle famiglie per impiantarli, secondo la legge devono essere mandati al centro di raccolta nazionale che si trova all’Ospedale Maggiore di Milano.