Si terrà dall’1 al 3 settembre a Parma, in un
luogo ancora imprecisato, il meeting nternazionale degli hackers, molto spesso identificati solo con i ‘pirati informatici’, ma che non
necessariamente compiono azioni illegali.

Saranno tre giorni di controinformazione: seminari, dibattiti aperti al pubblico e corsi organizzati dalla comunità digitale che fa riferimento al sito
Hackmeeting e alla sua ‘mailing list’.

L’appuntamento è per il primo pomeriggio di lunedì prossimo nel piazzale antistante la stazione della città emiliana. Lì verranno resi noti i dettagli dell’evento autogestito. Il raduno, giunto all’ottava
edizione (la prima si è svolta nel ’98 a Firenze, l’ultima lo scorso anno a Napoli, passando per Milano, Roma, Catania, Bologna, Torino e Genova), sarà aperto da quello che i promotori annunciano come ”un vero e proprio atto di hacking sociale: l’occupazione di uno spazio fisico in cui tenere l’iniziativa, insieme a diverse realta’ sociali del territorio parmense”.

L’hacker – sottolinea il manifesto del meeting – non si occupa solo di informatica, ”ma sta con i piedi ben piantati nella realtà: il nostro essere ‘hacker’ si mostra nella quotidianità anche quando non usiamo i computer, si mostra quando ci battiamo per far cambiare le cose che non ci piacciono come l’informazione falsa e imposta,
come l’utilizzo di tecnologie non accessibili e costose, come il dover recepire informazioni senza alcuna interattivita’ e il dover subire da spettatori l’introduzione di tecnologie repressive e censorie”.

Tecnologia e politica saranno il filo conduttore dei dibattiti: si parlerà di fonti energetiche pulite, di server autogestiti, di privacy e diritti digitali, di software libero, di censura, di problemi legati al
lavoro in campo informatico.Si cercherà anche di capire – spiega il sito – ”come gli strumenti
tecnici vengono usati per controllare e reprimere, quali sono le possibili forme di protesta a quest’uso e quali le forme di appoggio a utilizzi socialmente positivi”.