Sono oltre 12 gli illeciti compiuti, mensilmente, nei fiumi dell’Emilia Romagna dal 2003 al 2005 per un totale di 432 reati, di cui 380 amministrativi e 52 penali. Un numero esorbitante, se si pensa che questi dati sono solo quelli rilevati dal Corpo forestale dello Stato e non includono quelli accertati dalle altre forze di polizia che concorrono alla salvaguardia dei fiumi.

Alla pesca abusiva, agli illeciti di Polizia fluviale, che comprendono il furto di ghiaia e inerti dagli alvei dei fiumi, le opere idrauliche non a norma, le problematiche legate all’accrescimento dei rischi idrogeologici, all’inquinamento delle acque e le captazioni, i primati criminali sui fiumi in Emilia Romagna. Reati che, per lo più, contribuiscono a restringere lo spazio vitale dei fiumi e, nello stesso tempo, ad accrescere a dismisura il rischio idrogeologico.

Per questo, oggi, numerosi volontari del cigno Verde insieme ai cittadini di Reggio Emilia sono stati coinvolti da “Operazione Fiumi 2006” di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile nel ripulire gli argini del Tassobio nel tratto fluviale tra Canossa e Vitto all’altezza di Buvolo. Con l’ausilio di imbracature, motoseghe, verricelli e funi i volontari hanno, infatti, rimosso masse di rifiuti incastrati negli argini, tronchi portati dalle precedenti piene, scarti edili di risulta come grondaie e tubature, telai di biciclette, bottiglie di vetro, lunghi tubi di plastica utilizzati per l’irrigazione dei campi, e copertoni di automobili. Una vera e propria discarica abusiva in un’area marginale e poco frequentata, tutta a discapito dei paesini sottostanti che pagano l’inciviltà di coloro che sanno dove poter lasciare, silenziosamente, i materiali di scarto.
Una concreta opera di manutenzione, dunque, quella attuata oggi da “Operazione Fiumi 2006” che ha richiesto ai volontari numerose ore di lavoro per tentare di ripristinare il Tassobio e renderlo, così, uno spazio sicuro e fruibile dalla popolazione.

“E’ proprio questo tipo di materiale, portato dal fiume durante l’alluvione, ad ostruire la luce dei ponti e a creare vere e proprie dighe, causando i danni più gravi a persone e cose – sottolinea Paola Tartabini, portavoce della campagna – oggi il volontariato di Reggio Emilia ha realizzato un’autentica azione preventiva contro le alluvioni, adesso è compito delle istituzioni competenti seguire questo importante esempio dato dalla cittadinanza attiva per un’azione di monitoraggio e manutenzione dei corsi d’acqua regionali, dai grandi fiumi sino a quel immenso reticolo idrico minore dove spesso sono stati compiuti gli scempi più gravi”.“Operazione Fiumi 2006”, proprio per questo, rappresenta dunque un’ottima occasione per promuovere un approccio diverso alla gestione dell’ecosistema fluviale, un sistema di interventi su tutto il bacino che favorisca la rinaturalizzazione dei fiumi e la sicurezza dei cittadini.

Come sostiene Massimo Becchi, segretario Legambiente Emilia Romagna “Un’adeguata manutenzione ordinaria delle sponde dei fiumi e la bonifica delle troppe aree inquinate e degradate permetterebbe ai cittadini di riappropriarsi di questi luoghi, per ricordarci dei nostri fiumi non solo in caso di disastri, ma anche come elementi aggreganti, sottraendo le sponde dei corsi d’acqua all’illegalità e, soprattutto, alla continua urbanizzazione delle aree golenali”.

Domani venerdì 20 ottobre “Operazione Fiumi” concluderà la sua tappa emiliana presentando, nel corso di una conferenza stampa a Bologna, i dati inediti di “Ecosistema rischio”, l’indagine di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile sulle attività dei comuni di tutto l’Emilia Romagna finalizzate alla prevenzione dalle alluvioni e alla sicurezza della popolazione. Una vera e propria classifica per valorizzare le amministrazioni più meritorie e stimolare quelle ancora in ritardo nella prevenzione dal rischio idrogeologico.