E’ nato ieri pomeriggio con parto cesareo al Policlinico, dove la mamma era in cura presso il centro di fecondazione assistita, il primo bimbo nato a Modena da un ovulo congelato. Sia la mamma che il piccolo, che pesa 3 chili e 330 grammi, stanno bene.


Nato di 40 settimane con parto cesareo Tommaso, il nome scelto dai genitori, ha la particolarità di essere il primo bambino venuto alla luce presso l’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena, attraverso la tecnica di fecondazione di un ovulo congelato. Realizzata presso il Centro di Medicina della Riproduzione, diretto dal prof. Annibale Volpe dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, questa nascita va ad aggiungersi alle altre decine di gravidanze di questo tipo portate felicemente a compimento negli ultimi anni presso altre strutture sanitarie analoghe, inserendo l’attività del Centro modenese nel novero dell’eccellenza internazionale in questo ambito di ricerche, cura e assistenza. Sono, infatti, circa una ventina in Italia e un centinaio nel mondo i bambini nati tramite tecniche di fecondazione assistita. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità in Italia sono censiti 384 centri di Fecondazione Assistita e di questi, tra cui si colloca anche il Centro modenese, meno di una ventina si occupano e sono in grado di effettuare con successo il congelamento di ovociti.

Tommaso, nato da una coppia modenese che si era precedentemente sottoposta ad altri cicli senza però ottenere la gravidanza non resterà a lungo un caso unico. Sono 8 le gravidanze di questo tipo già in atto, realizzate attraverso l’intervento del Centro di Medicina Riproduttiva di Modena, mentre sono circa 60 le pazienti che hanno chiesto di scongelare i propri ovociti per eseguire la fecondazione in vitro.

La fecondazione assistita tramite il congelamento degli ovuli presenta numerose complicazioni, soprattutto per la difficoltà di scongelare gli ovuli mantenendone vive e vitali le caratteristiche necessarie a condurre a termine una gravidanza sana. Infatti, congelando e scongelando le uova che contengono una grande quantità di acqua c’è un alto rischio di alterare il citoplasma con la conseguente morte dell’ovocita. Non a caso la percentuale di riuscita delle gravidanze è stata finora abbastanza bassa e si aggira attorno al 7-8% di successi a livello nazionale, mentre a Modena – va sottolineato – le percentuali di riuscita sono pari al 13%.

“La legge che regola le pratiche di fecondazione assistita in Italia – ha dichiarato il prof. Annibale Volpe – stabilisce un divieto assoluto di congelamento degli embrioni. Le norme prevedono infatti che siano al massimo tre gli embrioni impiantabili nell’utero femminile e che questi non possano essere prodotti in numero maggiore, impedendo così che si possano conservare per un utilizzo successivo in caso che il primo tentativo fallisca. Riguardo al congelamento dei gameti, al contrario, la legge non pone alcun divieto. Anzi, in molti centri viene conservato lo sperma di pazienti affetti da neoplasie per preservarne la fertilità altrimenti, spesso, compromessa dalla patologie di cui sono affetti. Rientra quindi in questa normativa il congelamento degli ovuli per un utilizzo successivo senza che la pratica rappresenti in alcun modo una violazione della legge in vigore”.

Il Centro di Medicina della Riproduzione di Modena, in collaborazione con il Centro Oncologico Modenese dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena, è anche in procinto di attivare un programma di preservazione della fertilità in giovani donne affette da tumori. Tale progetto prevede il congelamento di ovociti e di tessuto ovarico, prima che la paziente venga sottoposta alle terapie antitumorali, le quali in un’elevata percentuale di casi portano ad un’irreversibile compromissione delle ovaie. Il tessuto ovario congelato, negli anni successivi può essere scongelato ed autotrapiantato. Attualmente nel mondo sono nati due bambini con questa tecnica. Da anni il Centro è dotato di una banca per conservare gli spermatozooi congelati di uomini affetti da tumore. Il centro, approvato dall’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena, sarà il primo istituzionalizzato in Italia e tra i pochi presenti nel mondo.