Le infezioni Sgb da streptococco sono ancora un problema importante per neonati e lattanti, come evidenziano i dati regionali relativi al periodo 2003-2005: sono stati infatti osservati 56 casi di infezione invasiva da Sgb, pari allo 0,50 su 1.000 nati. La forma precoce (Eod) si è manifestata in 30 casi, quella tardiva (Lod) in 26. L’infezione è risultata più frequente fra i nati di sesso maschile (35 su 56). Tutti i bambini tranne 7 – 4 africani e 3 asiatici – erano di etnia caucasica.

Considerato che l’infezione in oggetto è la causa principale di gravi infezioni batteriche del neonato e del lattante, e che la prevenzione coinvolge molte figure professionali in un percorso difficile che va dalle ultime settimane di gestazione ai primi mesi di vita, la struttura complessa di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena diretta dal dottor Fabio Rumpianesi ha deciso di dedicare al problema una giornata di incontro, in programma domani, mercoledì 14 marzo dalle 14,30 presso il Centro servizi.

L’iniziativa è rivolta a biologi, chimici, farmacisti, infermieri, medici chirurghi e di medicina generale, ostetriche e pediatri, allo scopo di fornire un panorama aggiornato delle varie modalità operative messe in atto a livello internazionale per cercare di prevenire l’infezione Streptococcus Agalactiae.
Per affrontare questo tema così rilevante, nel 2001 si è costituito in Emilia Romagna un gruppo formato da pediatri, ostetrici ed epidemiologi, con l’obiettivo di conoscere e migliorare le condotte di profilassi, elaborare protocolli comuni e monitorare l’andamento dell’infezione. L’indagine ha preso in considerazione tutti i bambini con positività delle colture profonde nel periodo compreso fra 2003 e 2005.

Mentre un tempo le infezioni precoci prevalevano su quelle tardive, grazie alla profilassi l’infezione precoce si è ridotta a partire dagli Anni Novanta. I dati raccolti dal gruppo di lavoro hanno fatto emergere aspetti importanti: nella stragrande maggioranza dei nati a termine l’infezione precoce è stata trasmessa al bambino da madri con tampone falsamente negativo; in diversi casi le infezioni precoci sono state asintomatiche o con sintomi modesti; le infezioni tardive si manifestano quasi sempre nei primi due mesi di vita, con un acme a 10-30 giorni. Nonostante la profilassi abbia ridotto le infezioni a esordio precoce e migliorato la loro prognosi, le forme tardive non sono diminuite e sono tuttora gravi in numerosi casi. L’obiettivo di una prevenzione di tutte le infezioni invasive forse potrà essere raggiunto quando sarà disponibile un vaccino per la donna.