Ormai quotidianamente si ha notizia sulla stampa locale di iniziative assunte più o meno spontaneamente da cittadini che danno vita a Comitati per rivendicare la tutela e la salvaguardia dell’acqua. Tutto ciò è legittimo, comprensibile e testimonia la sensibilità che i cittadini hanno per un bene così prezioso che in talune realtà come quelle dell’alto Appennino modenese hanno in abbondanza e di ottima qualità. Tuttavia non giova a questa nobile causa la divulgazione di informazioni false e spesso usate in modo strumentalmente demagogico per carpire la buona fede di tanti cittadini.


Mi riferisco alle reiterate affermazioni secondo cui sarebbe in atto o in parte sarebbe già avvenuta la “privatizzazione” dell’acqua.
Ciò è completamente falso in quanto nessuna normativa Comunitaria, Statale o Regionale prevede questo, anzi lo vietano.
La legge sancisce che l’acqua è un bene demaniale, quindi pubblico e gratuito.
Ciò che l’utente paga è il servizio per far arrivare l’acqua al rubinetto, per allontanarla attraverso le fognature e per depurarla prima di essere rimessa nell’ambiente.
Le reti acquedottistiche ed i relativi impianti sono e rimangono di proprietà dei comuni che li hanno realizzati o sul cui territorio insistono.
Questo vale sia per tutti i comuni che in ottemperanza alle disposizioni normative vigenti in materia hanno aderito all’affidamento effettuato dall’Agenzia d’Ambito per i servizi pubblici e anche per coloro che ancora non l’hanno fatto.
Questo è un principio troppo importante e serio per essere travisato e strumentalizzato, semmai si registra la necessità di fare una più diffusa e corretta informazione.
In questo senso stupisce che un Sindaco avveduto come Corsini di Fanano per giustificare e motivare le sue scelte in materia di gestione del Servizio Idrico Integrato continui a parlare di “privatizzazione di un bene pubblico come l’acqua”.

Corsini dal punto di vista politico è libero di compiere le scelte che ritiene più opportune, comprese quelle difformi alle leggi vigenti assumendosene tutte le responsabilità, tuttavia nella sua veste istituzionale di Sindaco avrebbe anche il dovere di dare una corretta interpretazione della legge e di fare una obiettiva informazione.
Qualora vi fossero da parte del Sindaco di Fanano dubbi ed incertezze potrebbe colmare queste sue lacune partecipando alle periodiche Assemblee dell’ATO di cui fa parte anziché brillare per la sua assenza.
Da ultimo vale la pena ricordare che il processo di liberalizzazione, da non confondere con privatizzazione, dei servizi pubblici è dettato da norme Comunitarie e recepite da quelle nazionali e regionali.
Ciò vale anche per il servizio idrico integrato proprio per rendere possibile la liberalizzare del mercato dell’offerta al cittadino utente, mantenendo il controllo e la proprietà pubblica degli impianti e delle reti.
In sostanza la legge prevede che la gestione possa essere affidata anche a soggetti privati idonei, mentre la proprietà rimane all’ente pubblico che esercita il controllo sul gestore e sulla qualità del servizio svolto.

(Giovanni Battista Pasini – Presidente dell’ATO di Modena)