Trentadue richieste di sostegno accolte, su 39 presentate. Quaranta complessivamente le persone aiutate, tra vittime e familiari; di queste 27 sono donne e 13 minori. La Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, unica nel suo genere in Italia, nata il 12 ottobre 2004 per volontà della Regione, delle Province e di tutti i Comuni capoluogo (i “soci fondatori”), ha rieletto oggi i propri organi – riconfermando presidente Sergio Zavoli – e tracciato il primo bilancio triennale.

In totale sono stati erogati 322mila euro, con una media di circa 10mila euro per intervento. Soldi che hanno contribuito a coprire i costi di interventi destinati alle vittime stesse o ai familiari: sostegno psicologico, cure riabilitative, particolari interventi chirurgici. Ma anche le spese per l’affitto, le spese scolastiche (per i figli delle vittime), quelle legali e funerarie.

“La Fondazione ha avuto successo – ha commentato stamani Sergio Zavoli, durante la conferenza stampa – perché si è occupata delle cose, non delle parole. Non abbiamo declamato; siamo stati discreti, non abbiamo chiesto ringraziamenti. Ci siamo occupati della gente e dei suoi bisogni. E la gente ha capito che siamo persone al servizio di un’idea”. La Fondazione “è segno di un’attitudine nuova della società – ha aggiunto il presidente – ad occuparsi di chi ha più bisogno”.
“La Fondazione è uno strumento snello, che agisce in modo tempestivo ed efficace – ha sottolineato Alfredo Bertelli, sottosegretario alla presidenza della giunta della Regione Emilia-Romagna – . E’ un’esperienza unica in Italia: attualmente non ci risulta di essere stati ‘copiati’ da altre Regioni e ci dispiace, perché varrebbe la pena, a tutti gli effetti, estendere quest’esperienza altrove. Stiamo comunque cercando di far conoscere l’attività della Fondazione alle altre amministrazioni, perché abbiamo constatato che svolge un servizio di altissima efficacia”.

L’obiettivo della Fondazione, costituita in base alla legge regionale 24 del 2003 (“Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza”) è offrire un sostegno concreto e immediato alle vittime dei reati più gravi o ai loro familiari, per aiutarli ad affrontare lo shock legato a un grave crimine subito e lenire il trauma che ne segue inevitabilmente.
Il bilancio è stato illustrato dalla direttrice della Fondazione, Vilma Ecchia: durante il primo triennio di attività sono state 32 le richieste di sostegno accolte (5 casi nel 2005, 20 nel 2006 e 7 al mese di ottobre 2007) su 39 presentate; 4 quelle non accolte, 3 in fase di istruttoria. “Per il 2007- ha precisato Vilma Ecchia – presumiamo di arrivare a garantire un sostegno a una ventina di casi, come nell’anno passato”. Dei 322mila euro complessivi, 55mila sono stati erogati nel 2005, 185mila l’anno successivo e 82mila a ottobre 2007. Gli aiuti oscillano in genere da un minimo di 2mila euro a un massimo di 20mila per intervento. Attualmente il fondo per gli aiuti alle vittime è di 600mila euro, e viene incrementato anno per anno dalle quote deliberate dall’assemblea dei soci.

I tipi di reato su cui la Fondazione è intervenuta in questi tre anni sono omicidi (13), violenze sessuali (5) e aggressioni gravi (14), che hanno riguardato complessivamente 34 vittime, per la maggior parte donne (22). In tutto sono state aiutate – tra vittime e familiari – 40 persone, di cui 27 donne e 13 minori; 8 non erano cittadini emiliano-romagnoli, ma il reato a loro carico si è consumato sul territorio regionale e pertanto hanno ricevuto ugualmente un sostegno. Tre (residenti in Emilia-Romagna) sono state invece vittime di reato fuori dalla regione. Per quanto riguarda le richieste non accolte, si è trattato di episodi molto gravi ma colposi, o riguardanti danni a beni o cose; come tali non rientravano nei termini dello Statuto.

Sulle modalità d’azione, la Fondazione interviene su richiesta del sindaco (che può presentarla anche senza che vi sia un’esplicita domanda da parte della vittima o dei suoi familiari) del Comune dove si è consumato il reato, o quello di residenza della vittima. Nei 15 giorni successivi, il direttore della Fondazione raccoglie eventuali ulteriori informazioni e le sottopone al Comitato dei Garanti. La decisione spetta al Comitato stesso che, dopo un attento esame della richiesta, ne verifica la coerenza con le finalità della Fondazione definite nello Statuto e stabilisce modi e forme dell’aiuto.