A meno di una settimana dall’insediamento sono stati eletti il Presidente e il Vice Presidente della Consulta per l’Integrazione, l’organo consultivo composto da cittadini stranieri, rappresentativo di tutte le realtà presenti sul territorio sassolese.

Si tratta di due donne: Presidente è stata eletta Elkaddani Souad, 26 anni proveniente dal Marocco, a Sassuolo dal 1989, diplomata, impegnata nel volontariato.
Vice Presidente è stata eletta Xhani Jurgina, 22 anni proveniente dall’Albania, a Sassuolo dal 1994, diplomata, studentessa universitaria.

“La Consulta – ha affermato la Presidente Souad Elkaddani – è un’occasione per costruire insieme una società multiculturale basata sulla sicurezza, sul rispetto reciproco, sulla dignità di ogni cittadino”.
“Integrazione – le fa eco la Vice Presidente Jurghina Xhani – è un processo alla base del quale ci devono essere il riconoscimento reciproco e la condivisione di regole condivise per cui è necessario abbattere gli ostacoli, eliminare le proprie paure e i propri pregiudizi per convivere insieme in una società civile”.

La Consulta per l’integrazione, proclamata domenica scorsa 18 novembre, rappresenta un gruppo appena formatosi, composto da 18 persone portatrici di numerose idee che, nei prossimi giorni, saranno messe assieme in un programma condiviso e che sarà presentato in occasione di incontri pubblici il primo dei quali vorrebbe essere con i Consilieri Comunali.

Proprio riguardo le tante idee che sono presenti all’interno della Consulta, Mabsout Kaoutar, 26 anni proveniente dal Marocco, tiene a fare una precisazione: “Non ho mai detto che occorra riaprire il palazzo verde di via S.Pietro – afferma – perché questo concetto non rappresenta il mio pensiero. Nella mia dichiarazione alla stampa mi riferivo a tutt’altra cosa: ad una semplice e possibile ipotesi di riconversione, attraverso l’intervento dell’Amministrazione pubblica, per i palazzi ghetto che tutt’ora esistono e sono aperti e che non contribuiscono certo a dare una immagine positiva dell’immigrazione a Sassuolo.
Era comunque una considerazione personale assolutamente svincolata dai progetti della Consulta che sono ancora in via di definizione. La strumentalizzazione che ci è stata in questi giorni, proprio all’inizio del mio lavoro all’interno della Consulta, mi ha spaventata e profondamente amareggiata. Malgrado l’amarezza, continuerò il mio impegno con entusiasmo e volontà”.