Sono in continuo aumento gli uomini che scelgono di ricorrere al bisturi per un ritocchino. Il fenomeno è in netta crescita nei paesi anglosassoni: negli Stati Uniti, secondo i dati del 2006 della American society of plastic surgeons (Asps), un paziente su 10 è uomo, mentre in Gran Bretagna la chirurgia plastica al maschile ha raggiunto dimensioni tali da richiedere la creazione di un blog apposito per tutelare i pazienti da specialisti poco seri.


E in Italia? Secondo il rapporto del Censis del 2003, su un totale di 150.000 interventi di chirurgia plastica, 12.000 avevano avuto come pazienti uomini. Tra gli interventi, al vertice della graduatoria rinoplastica, blefaroplastica, rimodellamento dei fianchi e dell’addome.

«Secondo la mia esperienza e quella dei miei colleghi, le cifre negli ultimi cinque anni hanno subito un’impennata verso l’alto, in particolare per quanto riguarda la medicina estetica -dice Alessandro Gennai, chirurgo plastico di Bologna-. In realtà bisogna fare delle distinzioni geografiche: al Nord Italia, sono uomini il 20% dei pazienti, al Sud il 5%». A determinare l’aumento di cifre è stato soprattutto l’impiego massiccio di botulino e filler: «Un tempo gli uomini non si curavano molto del proprio aspetto, oggi sono più attenti e spesso ricorrono al chirurgo per eliminare i segni dell’età. Nel mio studio, 4 iniezioni di botulino e filler su 10 sono fatte su pazienti di sesso maschile. È un metodo pratico e indolore per correggere le rughe che si formano sulla fronte e attorno agli occhi» aggiunge Gennai.
Fino a 10 anni fa erano soprattutto i giovani dai 25 ai 35 anni che trovavano il coraggio di rivolgersi al chirurgo plastico per “confessare” il proprio disagio per un difetto fisico e i trattamenti più praticati erano il rimodellamento del naso (rinoplastica), la liposcultura (una tecnica che prevede l’aspirazione di grasso su fianchi, addome e torace e che può essere eseguita con anestestia locale) e trapianto di capelli. Oggi, l’età degli uomini si è ampliata, così come la gamma delle richieste. La più richiesta è sempre la rinoplastica, un intervento di chirurgia estetica che spesso viene nascosto sotto una motivazione funzionale. Dal 1998 a oggi, lo scenario si è arricchito, grazie alla chirurgia mini invasiva endoscopica per il ringiovanimento del viso e all’aumento, soprattutto negli ultimi anni, della chirurgia per la riduzione della fascia pettorale.
«Il problema del seno sviluppato nell’uomo è molto più diffuso di quanto si creda e merita comunque approfondimenti diagnostici in quanto può nascondere una patologia e non essere solo un inestetismo» afferma il chirurgo bolognese. Anche negli Stati Uniti, secondo l’Asps, nel 2006 è stato l’intervento che ha registrato rispetto al 2005 l’incremento maggiore (+22%).
«L’eccessivo sviluppo della mammella maschile è causato in alcuni casi da un anomalo aumento della ghiandola mammaria (ginecomastia), altre volte da un accumulo adiposo (adipomastia) e più frequentemente dalla combinazione di entrambe i fattori (ginecomastia mista). La soluzione è diversa per ciascuno dei tre casi, ma sempre chirurgica: nel primo caso si pratica la mastectomia sottocutanea (rimozione della ghiandola mammaria senza toccare la pelle); nel secondo la microlipoestrazione (una sorta di liposuzione più delicata e più ridotta di volume). Quando è mista si esegue prima una microlipoestrazione seguita da una modesta mastectomia sottocutanea».
Per quanto riguarda la chirurgia dello sguardo e del viso, spopola tra gli uomini la tecnica mini invasiva endoscopica, che permette di ottenere un lifting completo, anche al collo, con cicatrici minime e nascoste tra i capelli. «Gli uomini hanno molto più pudore delle donne, motivo per cui si sono tenuti lontano dal lifting fino a che procurava cicatrici evidenti. Contro pancetta e maniglie dell’amore, si ricorre alla liposcultura, che elimina gli accumuli adiposi nella regione addominale e dei fianchi» conclude Gennai.

Alessandro Gennai – Laureato con lode nel 1988 in Medicina e Chirurgia all’Università degli studi di Modena, Alessandro Gennai ha frequentato la Scuola Internazionale di Medicina Estetica alla Fondazione Fatebenefratelli di Roma e la specializzazione in Chirurgia Generale al Policlinico Universitario di Modena, per poi proseguire gli studi all’estero (Los Angeles, Chicago, Spagna, Brasile e Argentina). Gennai, che ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche come consulente per problematiche di chirurgia plastica ed estetica, è socio della Eafps, European Academy of Facial Plastic surgery. (Gennai chirurgia).