L’ha trovato morto l’amico, dopo aver bussato a lungo alla porta del bagno, nell’appartamento dove vivevano. E’ stato il monossido ad uccidere ieri sera Mohamed el Mahjoure, 23enne marocchino che abitava in via Circonvallazione Nord Est a Sassuolo, al terzo piano del civico 113, in uno dei palazzi gialli ai quali nei mesi scorsi sono state staccate le utenze.

“La morte di un ragazzo di 23 anni è, di per se, una vera e propria tragedia, ancora di più se provocata da una situazione incivile ed inumana”.
Il Sindaco di Sassuolo Graziano Pattuzzi esprime in questo modo il proprio cordoglio per la morte di Mohamed el Mahjoure intossicato da monossido di carbonio all’interno dell’appartamento che condivideva con un amico in via Circonvallazione nord est 105/ 115 più conosciuto come condominio “I gerani”.
“Le persone che ancora vivono in quegli appartamenti – prosegue il Sindaco – si trovano in condizioni disperate: senza allacciamenti elettrici e presto anche senz’acqua, eppure c’è chi ha concesso loro un contratto d’affitto e continua a riscuotere la locazione sebbene il cantiere sia ben lontano dall’essere terminato, ancor più lontano dall’ottenere l’abitabilità”.
Va ricordato, infatti, che l’8 maggio scorso la Polizia Municipale di Sassuolo sequestrò e sigillò 56 appartamenti su disposizione del Gip di Modena Meriggi che dispose il sequestro preventivo delle unità abitative del cantiere limitatamente a quelle che non fossero già state concesse in godimento a terzi; per questo motivo l’appartamento in cui viveva il ragazzo non fu sequestrato.
La disposizione del Gip arrivò in seguito alle denunce fatte dall’Amministrazione comunale e a quattro ordinanze emanate dal Sindaco di Sassuolo.
Il 20 novembre del 2007, infatti, il Sindaco emanò la prima ordinanza contingibile ed urgente relativa al cantiere in oggetto in cui si imponevano “immediate operazioni di messa in sicurezza del fabbricato al fine della salvaguardia della pubblica e privata incolumità”. Tre giorni dopo, il 23 novembre 2007, a seguito di un sopralluogo congiunto della Polizia Municipale di Sassuolo, dell’Ispettorato e Medicina del Lavoro, dello Sportello Unico, nel corso del quale venivano rilevate numerose violazioni venne depositata un’informativa di reato presso la Procura di Modena.
Violazioni che, attraverso un’ordinanza datata 27 novembre 2007, vennero contestate nuovamente al titolare del cantiere e all’impresa esecutrice dei lavori.
Il 16 gennaio 2008 il Sindaco di Sassuolo emanò una terza ordinanza avente ad oggetto “Divieto d’uso delle unità immobiliari dei fabbricati di civile abitazione in corso di completamento. In data 7 marzo 2008 la quarta ordinanza del Sindaco “di messa in sicurezza del fabbricato in oggetto al fine della salvaguardia della pubblica e privata incolumità; immediata messa in sicurezza del cantiere e dei fabbricati non ultimati e l’adozione di ogni misura necessaria ad impedire l’uso a fini abitativi degli stessi”.
L’8 maggio, infine, il Gip di Modena dispose il sequestro preventivo delle unità abitative ancora non occupate.
“Da allora – prosegue il Sindaco di Sassuolo Graziano Pattuzzi – non solo non sono stati fatti passi avanti, ma al contrario: il 20 aprile è scaduta la concessione edilizia che, di fatto, impedisce di proseguire i lavori e il titolare del cantiere, che in maniera ipocrita lamenta sui giornali fantomatici “cavilli burocratici”, non ha mai fatto richiesta di rinnovo proseguendo, però, a riscuotere l’affitto da chi, pur vivendo all’addiaccio, non può cercarsi altre sistemazioni.
La tragedia di Mohamed el Mahjoure è molto diversa da quella che riscontriamo tutti i giorni in via circonvallazione 189 : il ragazzo non aveva occupato abusivamente un appartamento, al contrario era stato messo agli arresti domiciliari nell’appartamento che un amico aveva affittato dal titolare del cantiere. Qui non siamo di fronte all’abusivismo – conclude il Sindaco di Sassuolo Graziano Pattuzzi – ma ad un vero e proprio sfruttamento della povertà da parte di persone che pensano al profitto senza curarsi della salute e dell’incolumità altrui”.

La morte di un immigrato nel palazzone vicino a Via del Tricolore conferma quanto da noi denunciato piu’ volte, con comunicati e manifestazioni, sulla pericolosità della situazione. Così il Gruppo Civico Conto anch’io a Sassuolo.
Può assumere tante facce la morte del ragazzo. Quella dell´incuria in un luogo simbolo della città o quella della mancanza di sicurezza del territorio giustificata dall´emergenza casa. Un disastro, una tragedia. Non si può definire in altro modo la situazione , non perche’ era gia’ stato messo in evidenza piu’ volte con ecclatanti gridi d’allarme da parte del nostro gruppo civico Conto Anch’io a Sassuolo, ma anche perche’ la tragedia si poteva forse evitare. Anche qui vanno a braccetto indifferenza e abbandono.
Cosa doveva fare l’amministrazione comunale?
Primo non approvare un progetto di costruzione di un casermone come quello, destinato probabilmente a diventare un nuovo ghetto.
Intervenire meglio sulla ditta per il rispetto dei tempi e delle norme e fare in modo che non entrassero persone a vivevre in un palazzone ancora non agibile.
Si dovrà abbattere questo palazzone e ci possono spiegare perchè il Comune ha , pare, acquistato 20 appartamenti?Quanto il Comune ha probabilmente dovuto pagare?
Se non ci saranno interventi la situazione di questi palazzi gialli vicini a Via del Tricolore e all’Hotel Michelangelo diventerà come quella di Via Circonvallazione 189.
La politica dunque dovrebbe monitorare meglio la situazione reale del paese, soprattutto in quartieri con forti problematiche, non a caso siamo andati piu’ volte, noi del gruppo civico “Conto anch’io a Sassuolo” a parlare con i residenti dei vari quartieri per verificare lo stato dei fatti. E’ assolutamente necessario garantire la sicurezza dei cittadini residenti a Sassuolo, ed in particolare nell’area pertinente all’Hotel Michelangelo e contemporaneamente combattere in maniera netta qualsiasi forma di degrado che possa colpire la nostra cittadina.
E’ ovvio che da parte dell’Amministrazione ci deve essere la massima attenzione verso i più deboli, per cui riteniamo sia necessario realizzare al più presto un programma serio e sostenibile sul problema della casa, al fine di evitare l’occupazione abusiva di aree urbane adibite ad altre finalità e/o di immobili ancora in fase di costruzione, come nel caso dei palazzi vicino a Via Tricolore.E’ fondamentale quindi un intervento tempestivo dell’Amministrazione in collaborazione con le altre cariche istituzionali in Provincia e in Regione, oltre che con la prefettura, per scongiurare nuovi morti e garantire il pieno rispetto della legalità.
Questa nostra iniziativa di gruppo civico è ricchezza che cresce, la gente di Sassuolo ci sta appoggiando e incoraggiando ogni giorno grazie al nostro intento di essere un gruppo spontaneo, senza colore, senza bandiere di partito .Per concludere ricordiamo e sottolineiamo che i cittadini hanno diritto alla sicurezza e alla tranquillità contro il crimine e la violenza di strada, ma anche contro gli abusi e le inefficienze. Bisogna mantenere alta l’attenzione e puntare, come massima priorita’, soprattutto sulla prevenzione e sul controllo del territorio. La sicurezza è un bene comune, indispensabile per rendere possibile il rilancio e sviluppo della città.

“Non vorremmo tornare ad affermare noi l’avevamo detto;” – dichiara Gian Francesco Menani, Capogruppo della Lega Nord in Consiglio Comunale a Sassuolo – “la tragica scomparsa di un giovane straniero dovuta alle esalazioni di monossido di carbonio nel suo appartamento di via Circonvallazione a Sassuolo, non è frutto del caso. L’abitazione in questione era priva dei requisiti di abitabilità e si trovava in una palazzina ancora in costruzione. Trattandosi peraltro di una zona, quella del quartiere Braida, al centro di numerosi traffici illegali, l’Amministrazione Comunale avrebbe dovuto intensificare i controlli anche sugli alloggi, spesso affittati in maniera abusiva da proprietari privi di scrupoli.
Siccome la situazione specifica era conosciuta da tempo, il Sindaco Pattuzzi avrebbe potuto fare un esposto alla procura della Repubblica ed utilizzare la Polizia Municipale per verificare lo stato dei lavori.
La Lega, assieme ad altri partiti dell’opposizione, ha sempre messo in luce questa realtà segnalandola agli organi preposti, ma continuando a ricevere risposte evasive, ed ora è accaduto l’irreparabile”.
“Troppe volte” – aggiunge Mauro Manfredini, Consigliere Regionale della Lega Nord – “le nostre segnalazioni cadono nel vuoto e le Amministrazioni anziché dare seguito ai problemi e criticità da noi sollevate, preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia e fare finta di niente. Tragedie simili si potrebbero evitare se solo i nostri Amministratori, ben a conoscenza delle situazioni di illegalità diffuse nei Comuni, si impegnassero attuando controlli capillari e costanti”.