Mercoledì 10 febbraio si celebra anche a Modena il Giorno del ricordo, in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. La solennità civile, istituita con una legge del marzo 2004, si propone di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

A Modena, per iniziativa di Comune e Provincia, l’appuntamento sarà per le 11 in via Martiri delle foibe, dove il sindaco Giorgio Pighi e il presidente della Provincia Emilio Sabattini deporranno una corona davanti all’insegna della strada. Interverrà un rappresentante dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

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La nostra città è profondamente legata ai temi della memoria, soprattutto nei confronti dei giovani, e per questo abbiamo accolto con favore la possibilità di promuovere iniziative mirate in occasione di ricorrenze dal particolare valore evocativo e simbolico della storia recente.

Alla celebrazione del 27 gennaio, giorno della memoria della Shoah e data dell’apertura dei cancelli di Auschwitz, si affianca ormai da alcuni anni quella del giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata. Due memorie tragiche, perché accomunate dall’orrore di stragi in cui hanno perso la vita tanti innocenti, a cui è giusto e doveroso guardare con lo stesso sdegno e la stessa pietà per le vittime, con una doverosa analisi dei rispettivi contesti, con il primario obiettivo di comprendere i fatti nella loro oggettività e di trarne insegnamento.

Parliamo quindi di tragedie che hanno segnato la storia del ‘900, l’immane carneficina della Shoah, che ha sconvolto il mondo per le sue proporzioni apocalittiche e per la mostruosità della teoria nazista della totale eliminazione dei diversi, e di una tragedia assai meno conosciuta e fin qui poco studiata, certo di diversa proporzione e di circoscritta delimitazione territoriale, quella delle foibe, tuttavia non meno atroce per la logica che l’ha generata e per i crimini che l’hanno segnata.

Crimini contro l’umanità, come sempre quando è l’odio etnico, razziale, religioso a guidare le azioni degli uomini in contesti in cui è inevitabile che la cieca violenza prevalga. La guerra è poi terreno tragicamente fertile per ogni degenerazione e barbarie, travolgendo tutto, civiltà, relazioni tra le persone e tra i popoli, rispetto umano. Un groviglio terribile che il nazifascismo innescò e portò alle estreme conseguenze, assumendosi la tremenda responsabilità storica di coinvolgere il mondo in una spirale di violenza senza precedenti.

Il tragico capitolo delle foibe consumato nelle terre al confine italo-jugoslavo alla fine del conflitto mondiale, ma anche quello del successivo, dolorosissimo esodo degli italiani da quelle terre, si iscrive dunque in un quadro storico dominato dall’odio, dal rancore e dalla contrapposizione cieca, al punto di perseguire un lucido disegno di annientamento fisico non solo del nemico, ma del “diverso” anche inerme.

La triste pagina di storia degli esuli giuliano-dalmati viene oggi giustamente riportata in piena luce, con iniziative che ricordano come anche la nostra provincia e le sue città accolsero gli esuli e diedero a tanti connazionali nuova cittadinanza, in un momento storico di grande tensione e sofferenza.

Mentre rendiamo omaggio alla memoria delle vittime di quella violenza, crediamo che ancora una volta il modo migliore per ricordare e onorare chi ha subito le atrocità della storia, sia quello di studiare, conoscere quello che è accaduto, conservarne la memoria per i giovani, elaborarla in insegnamenti utili per il presente.

(Giorgio Pighi, Sindaco di Modena)