“A qualcuno questa Modena, sempre più multietnica, multiculturale, degradata, dovrà pur piacere e se siamo giunti fino a questo punto non e’ certo per un capriccio del fato”. Ad affermarlo Enrico Aimi, consigliere regionale del PDL, che in merito alle condizioni di vivibilità sotto la Ghirlandina ha aggiunto che “nel giro di pochi anni queste sono precipitate sotto la soglia della vergogna. A Modena infatti esiste un ambizioso progetto politico: le sinistre hanno sognato e oggi progettano una “Metropoli” da 250 mila abitanti, attraverso l’accoglimento di ondate migratorie provenienti prevalentemente dall’area sud del mondo. Progetto folle che non tiene conto di una natalità dei modenesi ridotta a cifre pressochè vicino allo zero e del fatto che tali flussi, quando investono plurime etnie, non si arrestano con la bacchetta magica e sono anzi destinati a produrre un devastante effetto domino. Risultato: finisce in tilt l’organizzazione sociale – già ci sono i primi segnali – e si mietono le prime vittime eccellenti, lo stato sociale e la sicurezza. Siamo saliti così in vetta a tutte le hit parade nazionali per numero di stranieri regolari e clandestini, per sovvenzioni, aiuti e ora anche come numero di esercizi commerciali gestiti da extracomunitari, che in centro storico crescono come funghi nel bosco dopo la pioggia”.

Aimi ha poi avanzato una previsione sostenendo che “da qui a dieci anni Modena sarà una città più a misura di stranieri che di italiani e, senza il rispetto fin da ora delle più elementari regole nella gestione delle “botteghe etniche”, anche la modenesità finirà inevitabilmente in fumo. Spesso non rispettano l’orario di chiusura e il più delle volte a notte fonda sono ancora aperti, incuranti delle sanzioni che stranamente non arrivano o, se arrivano, non hanno quel carattere di deterrenza che sarebbe auspicabile avessero. Per non parlare poi del pullulare di nuovi negozi di parrucchieri cinesi che pare non conoscano la parola riposo, aperti anch’essi fino a tarda ora, lunedì compreso. A Modena poi – ha rincarato il berlusconiano – è tutto uno sbocciare anche di market e minimarket, che stanno trasfigurando il volto alla città. Eludendo le regole si crea poi una concorrenza sleale che finisce per ripercuotersi sui commercianti virtuosi. Il rischio latente è anche ovviamente quello del ripetersi di quanto già avvenuto in passato nei pressi dei phone center: massicci assembramenti di “compaesani” che si guardano bene dal “mischiarsi” con altre diverse etnie – alla faccia del buonismo e della integrazione – il tutto naturalmente colorito da urla, schiamazzi, strepitii, imprecazioni, aggressioni e, spesso (troppo spesso) condito anche da bisogni corporali liquidi o solidi, lasciati sui marciapiedi o davanti ai portoni delle case come sotto agli alberi della foresta; tutto ciò porta come conseguenza il verificarsi di situazioni estreme di violenza, già vissute in un recente passato nelle quali a farne le spese sono i modenesi e addirittura gli appartenenti alle forze dell’ordine. Risultato? Abbandono e fuga degli italiani e dei buoni stranieri dal centro. Senza contare poi che l’assenza di controlli realizza un vero e proprio tam tam per tantissimi clandestini. E per non farci mancare nulla, in questa Modena sempre più tristemente “multiculturale”, si sono aggiunti, come detto, oltre alle attività di trucco e parrucco gestite da cinesi, anche altri cento bar di cui i figli della terra del dragone hanno già preso pieno possesso: tutto ciò nel giro di pochi mesi. Speriamo almeno che, oltre ai controlli sugli orari, si dia il via ad un’attività di prevenzione anche attraverso severi controlli igienici da parte dalle autorità competenti. Ci chiediamo ancora con quale criterio questi locali continuino spesso a sorgere a distanze molto ravvicinate gli uni agli altri e dove questi immigrati trovino risorse e denaro da potersi permettere di aprire sempre nuove attività, peraltro in un periodo di crisi economica? Si fa un gran parlare di trasformare i centri storici in “salotti”, al momento però – ha concluso il coordinatore vicario del PDL modenese – di elementi di arredo degni di questo nome ancora non se ne sono visti. In compenso abbiamo tanti amici stranieri che pensavano di venire a Modena per trovare lavoro e hanno trovato invece una grande macchina politico organizzativa che, grata per la loro presenza, gli consente di vivere in atteggiamento “salottiero” parchi, strade, negozi dell’ ex capitale del Ducato Estense. Alla faccia degli italiani e dei tanti buoni stranieri che con dignità e spirito di sacrificio dimostrano quotidianamente il loro amore verso la nostra comunità”.