Fabio Poggi, assessore alle Politiche giovanili del Comune di Modena con delega al Servizio civile, si schiera a fianco delle migliaia di giovani italiani che quest’anno non potranno prestare il servizio civile volontario a causa dei tagli decisi dal Governo. L’assessore, che nel 1985 ha svolto per 20 mesi il servizio civile come obiettore di coscienza occupandosi di cooperazione internazionale, restituirà in segno di protesta il foglio di congedo al sottosegretario con delega al Servizio civile Carlo Giovanardi, aderendo all’appello “Un anno da ricordare”, promosso dall’associazione Gondwana per la cooperazione e la diplomazia popolare.

L’iniziativa nazionale invita coloro che hanno prestato il servizio civile, complessivamente oltre un milione di italiani, a restituire il foglio di congedo o l’attestato e chiede al Governo, “di attivare le risorse necessarie affinché almeno 40mila giovani l’anno possano vivere questa esperienza e manifestare la propria appartenenza fattiva e concreta alla collettività”. All’appello possono aderire anche gli altri cittadini e gli enti collegandosi al sito www.unannodaricordare.it.

“Il Fondo nazionale per il servizio civile ha conosciuto una prima drastica riduzione nel 2008 quando sono stati avviati al servizio circa la metà dei giovani rispetto all’anno precedente, le risorse sono calate da 270 a 170 milioni di euro nel 2010 e scenderanno a 125 milioni nel 2011. Un trend che rischia di mettere in crisi l’esistenza stessa del Servizio civile considerandolo solo un costo da abbattere, senza tener conto dei benefici sociali introdotti dalla legge”, afferma Poggi. “Il servizio civile volontario – continua l’assessore – costituisce un’importante esperienza formativa e di crescita a cui hanno potuto attingere anche molti modenesi e in alcuni casi ha aiutato i giovani a chiarirsi le idee sul proprio futuro professionale facilitandoli nella ricerca di successivi sbocchi di impiego. Inoltre ha ricadute positive sull’intera collettività, contribuendo a sviluppare il senso di cittadinanza e di solidarietà nei giovani. Non è un caso che molti ragazzi spesso continuino a svolgere volontariato negli enti che hanno avuto modo di conoscere attraverso il servizio civile”, conclude.