“Da voci di corridoio sembrerebbe che l’ATC Montagna, relativamente all’abbattimento dei capi ungulati, abbia preso una direzione diversa rispetto alle indicazioni fornite dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e dalla Provincia di Reggio Emilia” – scrive il consigliere regioanle del PDL Fabio Filippi -. “L’ATC Montagna avrebbe deciso autonomamente di aumentare, in modo significativo, la percentuale di abbattimento dei caprioli, disattendendo le direttive provinciali. Dell’iniziativa, sarebbero stati a conoscenza anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste reggiane.

Sono gli stessi cacciatori che erano presenti alla riunione del 28 Dicembre scorso sul bilancio, organizzata dall’Ambito Territoriale di Caccia Re4 Montagna, a sostenere che il Presidente dell’ATC4, Ferruccio Silvetti, già assessore provinciale alla caccia, si sarebbe lasciato scappare di un non precisato accordo con le componenti ambientaliste. Affermazioni che, ovviamente, non compaiono nel verbale dell’assemblea.

Perché i gruppi ambientalisti avrebbero favorito una tale imposizione? Quali interessi ci sono in ballo? Cosa dice l’accordo? Quanti capriolo sono stati effettivamente abbattuti nell’Appennino reggiano tra il 2009 e il 2010?

Pochi giorni fa il Presidente dell’Unione Regionale Cacciatori dell’Appennino si domandava, intervenendo sui media: Dove sono finiti i caprioli?”

 (Fabio Filippi)