Con determinazione e con la convinzione che la politica debba e possa fare di più, continua l’azione di sensibilizzazione e di protesta da parte dell’Associazione Sportivo Dilettantistica Amici del Nuoto e dei residenti di Via Monsignor della Valle volta a far rivedere alcune decisioni che gli stessi rappresentanti politici che le hanno assunte, in alcuni casi, hanno definito, con elegante eufemismo, ‘non riuscitissime’.

Un nuovo atto di questa azione che parte dal basso, è andato in scena questa mattina quando Mirco Merighi presidente della Associazione Amici del Nuoto, affiancato da un rappresentante dei cittadini residenti in via Monsignor della Valle, la signora Marina Caselli, ha consegnato al sindaco di Modena Giorgio Pighi copia delle oltre 700 firme raccolte in meno di quattro settimane. “Sono le firme di cittadini che ci hanno manifestato la loro solidarietà e vicinanza. Ci sono quelle di tanti residenti della zona, di frequentatori della nostra piscina, ma anche di tanti altri simpatizzanti che stentano a capire la filosofia di un intervento che rischia seriamente di stravolgere la tranquillità di un intera zona di Modena e di uccidere una realtà costruita con tanti sacrifici, apprezzata dalla gente e che dà lavoro ad alcune decine di persone. Pensiamo che anche tutti questi cittadini debbano essere ascoltati.”

“I punti interrogativi restano davvero molti e, almeno ad oggi, pur a fronte di apprezzabili dichiarazioni di principio, non si è spostata nemmeno una virgola. Crediamo che questi mille cittadini abbiano il diritto di essere ascoltati e siamo convinti che il sindaco saprà farsi interprete sia delle loro che delle nostre forti preoccupazioni” hanno commentato a margine della consegna delle firme, Merighi e la signora Caselli.

Risultato minimo al quale si punta attraverso l’azione di protesta è far correggere i passaggi più controversi contenuti nell’intervento previsto in Via Monsignor della Valle per ridurne l’impatto urbanistico ed evitare che il Centro polivalente gestito dagli Amici del Nuoto sia messo in ginocchio, prima dal cantiere e poi dal nuovo mega centro fitness che dovrebbe essere gestito da una nota multinazionale britannica.

“Restiamo dell’avviso che il confronto debba ancora entrare davvero nel vivo perché i nodi da sciogliere sono ancora molti. Per questo continuiamo a chiedere che si prosegua nel dialogo per sgombrare il campo dalla sensazione che un interesse generale possa essere sacrificato a favore di un interesse particolare, e capire se si tratta di progetti davvero utili per la città e per il quartiere. Oggi l’unica cosa che appare probabile è che cemento chiamerà altro cemento, e che all’orizzonte spunti un secondo Alcatraz. Un po’ poco, vista la posta in gioco”, hanno concluso Merighi e Caselli.