Le indagini condotte dai carabinieri di San Polo d’Enza in relazione ai furti di danaro dalla pesa pubblica del comune di Canossa, non solo hanno permesso di identificare il responsabile ma anche di risalire ad altro furto, questa volta di attrezzi da giardinaggio, ad opera di un dipendente comunale che, per il tramite del ladruncolo della pesa pubblica, li aveva piazzati rivendendoli a due compaesani a loro volta finiti nei guai. L’indagine lampo condotta dai carabinieri di San Polo d’Enza ha origine il 25 maggio scorso allorquando veniva denunciato il furto di danaro contante, per oltre 300 euro, rubato in più riprese dall’interno della cassetta degli incassi della pesa pubblica del comune di Canossa. Le risultanze investigative consentivano di acquisire incontrovertibili elementi di responsabilità a carico di un operaio di una cooperativa sociale che svolgeva lavori per conto del comune che entrato in possesso delle chiavi accedeva di volta in volta all’interno dei locali che ospitano la pesa pubblica impossessandosi del danaro riposto nella cassetta. In sede di contestazione del reato di furto aggravato e continuato, il 35enne di Canossa oltre ad ammettere le proprie responsabilità rendendo piena confessione consegnava ai Carabinieri la copia delle chiavi utilizzate per entrare all’interno della pesa pubblica ed effettuare i furti.

Nel corso delle indagini emergeva inoltre che l’indagato aveva fatto da tramite per piazzare due motoseghe di proprietà del comune di Canossa asportate da un dipendente comunale che si era a lui rivolto per rivenderle. Per questo motivo al 35enne ladruncolo della pesa oltre al reato di furto aggravato e continuato, i Carabinieri contestavano anche il reato di ricettazione; mentre il dipendente comunale, un 31enne di Canossa, veniva denunciato per furto aggravato delle due motoseghe.

Nei guai anche gli acquirenti, un 38enne ed un 36enne di Canossa denunciati alla Procura per il reato di incauto acquisto. Le motoseghe trovate in loro disponibilità venivano quindi recuperato dai carabinieri e sequestrate per la successiva restituzione al comune di Canossa a cui erano state rubate.