Paola Gazzolo – assessore regionale alla Sicurezza territoriale, Protezione civile, Difesa del suolo e della costa – ha illustrato all’Assemblea legislativa l’aggiornamento sulla situazione nei territori investiti dalle scosse di terremoto, dopo la prima comunicazione effettuata dal presidente della Giunta, Vasco Errani, nella seduta del 23 maggio.

Si contano ormai 638 scosse, delle quali 13 di magnitudo pari o superiore a 4, l’ultima domenica 3 giugno alle 21.21. Nell’insieme, sono 24 le persone che hanno perso la vita e oltre 350 i feriti; quasi un milione gli abitanti coinvolti nei comuni prossimi all’epicentro, oltre 77.000 le imprese industriali e artigianali, a cui si aggiungono 14.000 imprese agricole. Le ultime scosse hanno avuto effetti nefasti anche a livello psicologico, quando sembrava che il peggio fosse passato e si trattasse di avviare la ricostruzione.

“Ora – ha spiegato Gazzolo – il nostro primo obiettivo è censire con chiarezza l’entità dei danni su tutto il patrimonio edilizio, pubblico e privato, sugli stabilimenti produttivi, sulle scuole, sul patrimonio culturale e artistico. Per poter definire da un lato chi può e chi non può rientrare, e dall’altro per strutturare tutta la strategia successiva per la ricostruzione e il ritorno alla normalità. Vogliamo farlo nel rispetto di alcuni principi che per questa Regione sono fondamentali: sicurezza, legalità, trasparenza, efficienza e rapidità. Ma, anche, con un pieno e reale coinvolgimento degli enti locali grazie ad una governance adeguata, che sarà garantita dalla costituzione di uno specifico comitato istituzionale nel quale troveranno rappresentanza tutti i Comuni e le Province coinvolti dal sisma”.

Attivata dal Dipartimento della Protezione civile, in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza, la Di.Coma.C. (Direzione di comando e controllo della Protezione civile) sta coordinando le strutture territoriali della Protezione civile e assicurando la gestione unitaria dell’emergenza. La priorità è quella di non lasciare solo nessuno, di garantire assistenza a tutta la popolazione. Impegnati sul territorio sono almeno 4.500 persone, un terzo dei quali volontari, e 1.150 Vigili del Fuoco.

In questo momento, ci sono 15.574 posti letto disponibili, di cui 12.180 occupati (9.265 nei campi di accoglienza, poco più di duemila in strutture coperte, altri negli alberghi dopo la convenzione stipulata fra Regione e associazioni di categoria).

Le scosse telluriche hanno provocato danni considerevoli alle strutture sanitarie: sono stati evacuati gli ospedali di Mirandola, Carpi, Finale Emilia, Bondeno e numerose residenze per anziani.

Quasi 270 le scuole totalmente o parzialmente inagibili (le verifiche sono tuttora in corso). La priorità è garantire gli esami e gli scrutini per tutti gli studenti. In seguito, si intende garantire una ricostruzione secondo criteri antisismici e di sostenibilità ambientale.

Le scosse del 29 maggio e del 3 giugno, dopo la prima del 20 maggio, hanno imposto nuove verifiche sugli edifici pubblici e sulle sedi di attività produttive: quasi 20 mila accertamenti sono già stati completati, ne restano circa 13 mila e l’obiettivo è completarli entro la fine della settimana; all’opera contribuiscono le squadre di tecnici resi disponibili dalle facoltà di Ingegneria delle Università di questa regione.

Gazzolo ha poi riepilogato i primi provvedimenti assunti dal Governo e annunciati in sede di Unione europea. E ha concluso richiamando la galassia di iniziative di solidarietà, i tanti gesti individuali, i contributi versati dai cittadini sul conto corrente aperto dalla Regione (oltre 500 mila euro già confluiti), rimandando al nuovo sito web (http://www.regione.emilia-romagna.it/terremoto) per ogni altro dettaglio.

In precedenza, la consigliera Udc, Silvia Noè, aveva chiesto, durante il question time, di destinare alla ricostruzione dopo-sisma i fondi, pari a 300.000 euro, che la Regione aveva stanziato per il bando “Ecofeste Emilia-Romagna”, finalizzato a limitare le conseguenze sull’ambiente delle manifestazioni pubbliche diminuendo la produzione di rifiuti. L’assessore regionale all’Ambiente, Sabrina Freda, ha però ricordato come proprio in questo momento di emergenza “ridurre l’impatto dei rifiuti assuma una particolare rilevanza” perché ora “l’impiantistica regionale è chiamata a gestire quantitativi aggiuntivi di rifiuti indifferenziati provenienti dalle zone più colpite dal sisma”.