Il Consiglio Comunale di Castelvetro ha approvato lo scorso 4 giugno il Piano di sviluppo e qualificazione aziendale di Inalca SpA, che prevede la realizzazione di un impianto di trattamento di scarti animali pericolosi (rendering).

Dopo la bocciatura da parte della Provincia dell’impianto di cogenerazione a biomasse animali, la Ditta ha chiesto e ottenuto che fosse valutata a parte la sezione del progetto riguardante il trattamento dei sottoprodotti animali di cat. 1, affermando di ritenere «prioritaria la realizzazione della sezione di rendering , che può essere alimentata dai motori e dalle caldaie già esistenti».

In questo modo, dopo avere affermato come vitale la necessità di produrre energia da fonti rinnovabili, Inalca si appresta ora a realizzare un impianto di bollitura e trattamento di scarti che assorbirà una grande quantità di energia elettrica e termica utilizzando metano.

Ci domandiamo:

Qual è la logica di questo intervento?

Quale pericolo comporterà il trasporto e il trattamento di materiale a rischio, nel contesto di uno stabilimento di produzione alimentare?

Lo stabilimento di Castelvetro diventerà il collettore di tutte le carcasse animali, provenienti anche da altre regioni e dall’estero?

Quanta acqua sarà prelevata dai pozzi per trattare questi scarti, quando il Piano Territoriale prevede l’azzeramento idrico?

Dove finirà l’acqua di risulta dei processi (anch’essa di cat. 1 e cioè pericolosa)?

Cosa comporterà la presenza di grandi serbatoi di grasso pericoloso, nelle immediate vicinanze del torrente Guerro e in zona sismica?

Quali e quante saranno le emissioni moleste (puzze) in un territorio che non è più di aperta campagna, ma zona residenziale, già caratterizzato dalla presenza di impianti inquinanti?

Quale danno ne deriverà per le nostre colture di pregio e il valore degli immobili?

Perché si sta facendo tutto con grande urgenza?

Non vogliamo che Castelvetro diventi il paese della puzza!

Ci diamo appuntamento lunedì 11 Giugno, alle 14.30, di fronte al Palazzo della Provincia, in viale Jacopo Barozzi 340 a Modena.