Il primo agosto l’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (Avcp) ha emanato le “Linee guida per gli affidamenti a cooperative sociali ai sensi dell’articolo 5 della Legge 381 del 1991”. Si tratta di un documento molto atteso, che conclude un lungo lavoro di collaborazione delle organizzazioni cooperative con la stessa Avcp. “Le Linee guida – commenta il responsabile delle cooperative sociali di Legacoop Carlo Possa – sono uno strumento molto importante che riafferma pienamente il ruolo delle cooperative sociali che operano per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, le cosiddette cooperative di tipo B”. In particolare l’Avcp riconfermano la possibilità per gli enti pubblici di affidare alle cooperative sociali che inseriscono al lavoro persone svantaggiate forniture di beni e servizi anche in deroga al Codice dei contratti. “Il documento dell’Avcp – sostiene Piero Giannattasio, presidente del Consorzio Quarantacinque e della cooperativa sociale Lo Stradello – fa finalmente chiarezza su alcune interpretazione non corrette portate avanti in passato dalla stessa Autorità, che avevano creato non pochi problemi anche nella nostra provincia. Le linee guida – prosegue Giannattasio – serviranno indubbiamente a superare incomprensioni che a volte ancora ci sono nel rapporto con alcune pubbliche amministrazioni”.

Il documento dell’Avcp è importante perché colloca l’inserimento lavorativo e gli affidamenti in deroga alle cooperative sociali di tipo B in un contesto normativo, nazionale ed europeo, sempre più attento all’integrazione di aspetti sociali nella contrattualistica pubblica. Va poi rimarcato che l’oggetto delle convenzione non si esaurisce nella mera fornitura di beni e servizi, ma “è qualificato – spiegano le Linee guida – dal perseguimento di una peculiarità di carattere sociale, consistente nel reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati”. “In sostanza – spiega Carlo Possa – il valore sociale, ma anche economico, del reinserimento che è al centro della convenzione, e che qualifica il rapporto virtuoso che si instaura tra gli enti pubblici e le cooperative sociali. La nostra provincia – prosegue il responsabile delle cooperative sociali di Legacoop – in questo rapporto virtuoso è sempre stata all’avanguardia, con esperienze che hanno fatto scuola in Italia, e con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Le Linee guida dell’Avcp riteniamo diano ulteriori certezze su qualsiasi tipo di altra interpretazione”.

La possibilità di convenzioni in deroga era state messa in discussione anche dalla prima stesura del Decreto legge sulla spending review. “Giustamente il testo approvato definitivamente dai due rami del Parlamento – prosegue il presidente del Consorzio Quarantacinque, che associa buona parte delle cooperative sociali di Legacoop – ha ribadito la possibilità delle convenzioni in deroga. Il contrario sarebbe stato incomprensibile, perché noi riteniamo che attraverso l’inserimento lavorativo non solo si raggiungano significativi risultati sociali, ma si ottengano anche risparmi sulla spesa sociale degli enti pubblici. Le persone inserite diventano infatti lavoratori a tutti gli effetti, con una forte dose di autonomia anche economica. Le persone svantaggiate che lavorano nelle nostre cooperative sociali, dati 2011, sono 487, in buona parte in cooperative reggiane e prevalentemente inserite grazie a convenzioni con enti o aziende pubbliche. Mettere in crisi una esperienza del genere – conclude Giannattasio – sarebbe stato catastrofico”.