Il messaggio dell’assessore provinciale all’Istruzione, formazione, lavoro, Giuseppe De Biasi, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico 2012-2013.

“Primo giorno di scuola.

Vorrei poter dire che col suono della prima campanella tutti i ragazzi e le ragazze del nostro territorio siedano nel proprio banco. Purtroppo non è così: diverse classi dei paesi colpiti dal terremoto saranno costrette a fare lezione in condizioni disagiate.

Nella nostra provincia, anche grazie all’impegno di tutte le istituzioni competenti, le scuole inagibili sono per fortuna poche, ma in tutta la regione ci sono tanti edifici, e soprattutto tante persone, fortemente segnate dal terremoto. A loro va oggi il mio primo pensiero, la mia solidarietà ma soprattutto la promessa rinnovata che faremo tutto quanto è in nostro potere per accelerare i tempi della ricostruzione e per ripristinare una normale vita scolastica.

Guardando oltre il film non possiamo ignorare come il 2012 sia stato un anno estremamente difficile, non solo per la nostra regione. Proprio per questo credo che in questo momento sia più che mai indispensabile trovare parole adeguate, che aiutino tutti noi a guardare avanti e ad iniziare l’anno scolastico con determinazione e fiducia.

Agli studenti vorrei inviare alcune esortazioni:

coltivate le relazioni, tra compagni, con gli insegnanti, con la vostra famiglia. Non lasciatevi ingannare da chi vuole farvi credere che l’individualismo e la competizione possono spianare la strada verso il successo. Nei momenti difficili solo la solidarietà e la collaborazione sono armi vincenti per superare la crisi; perché uno più uno, più uno non fa tre ma fa una piccola squadra. L’Italia si è forse dimenticata di come superò la miseria e la disgregazione sociale causata dalle due guerre mondiali. Occorre recuperare lo spirito -morale e costruttivo- di chi si mise assieme per ridare forma al nostro Paese, con la collaborazione reciproca e non con il conflitto, la competizione o l’esclusione. E non abbiate paura di chi è diverso da voi; le differenze ci restituiscono un’immagine più chiara dei nostri valori, della nostra cultura e dei nostri obiettivi. Ciascuno di noi ha bisogno degli altri per essere veramente se stesso.

Abbiate fiducia: in voi stessi prima di tutto. Nel vostro cammino ci saranno inevitabilmente successi ma anche sconfitte. C’è sempre qualcosa di non controllabile, di non sottoponibile completamente alla nostra volontà e al nostro potere. Perdere a volte serve a mettersi in discussione. Serve a fermarsi, riflettere, riordinare le idee, puntellare le proprie debolezze, constatare i punti di forza. Vincendo, è più difficile farsi domande.

Infine, cercate il vostro talento. La scuola può aiutarvi a scoprire quello che sapete fare, quello in cui potete migliorare. A voi il compito di riconoscere e valorizzare le vostre capacità, sostenere con determinazione i vostri progetti, coltivare i vostri sogni.

Agli adulti, dirigenti scolastici, docenti e collaboratori rivolgo il medesimo invito.

L’autonomia delle istituzioni scolastiche si può e si deve costruire prima di tutto nella relazione: interna, (tra i docenti che ne assicurano il funzionamento, gli allievi, le famiglie); tra scuole dello stesso territorio che insieme, mettendosi in rete tra di loro, possono valorizzare l’identità di ciascuna; interistituzionale, senza il concorso di diversi soggetti l’istruzione rimane infatti un servizio monco, fine a se stesso, disancorato dalle politiche di sviluppo (economico, sociale, culturale) locali e nazionali. E’ necessario il concorso e la sinergia che le scuole di ciascun ambito territoriale (possibilmente in rete tra di loro) realizzano con le istituzioni locali, Regione, Provincia e Comuni.

Abbiate fiducia nelle giovani generazioni: non esistono ragazzi buoni o cattivi, stupidi o intelligenti. Ci sono solo giovani inesperti e a volte spaventati, che anche grazie a voi potranno esprimere le loro potenzialità e crescere come cittadini responsabili. Cercate il loro talento, aiutateli a coltivarlo. Dare loro fiducia, valorizzarne le competenze, insegnargli a sperare: sono questi i nostri compiti principali come adulti e come educatori nei confronti dei giovani.

Spero che le mie parole possano in qualche modo contribuire a darvi l’energia e la fiducia per affrontare questo nuovo anno scolastico. In bocca al lupo a tutti i bambini e le bambine, adolescenti ed adulti che da questa prima campanella concorreranno quotidianamente a dare vita a quel microcosmo molto speciale che chiamiamo scuola”.