Oggi l’assessore Barigazzi, sollecitato da una mia domanda sulla disponibilità di prenotare visite ed esami cinici tramite il CUP, ha asserito che la percentuale di accoglienza di tali richieste è pari al 90%.
Se così fosse, perchè L’ASL non rende pubblici tali dati?
In realtà il sistema sanitario bolognese mostra delle “defaillances”, come ben conoscono i cittadini-pazienti che necessitano di questo tipo di servizi.
Facciamo presente che lo stesso assessore Barigazzi ha cambiato opinione, perchè solo tre settimane fa, sempre in Consiglio Provinciale, ha affermato che “ Non conosco questa storia delle liste chiuse, perchè non ci devono essere liste chiuse”.
Siamo riusciti a reperire dei dati che forniscono il quadro della situazione sulle prenotazione relative ad esami clinici e visite specialistiche NON DISPONIBILI e NON PRENOTABILI al 24 OTTOBRE 2012 e che sconfessano entrambe le affermazioni dell’assessore provinciale:

N.B. Al contrario, le prestazioni in regime di libera professione vengono erogate entro massimo una settimana negli stessi ospedali, dove risulta non prenotabili e non disponibili col Servizio Sanitario Nazionale.

Dopo questi dati è indubbio che siamo di fronte ad un “turismo sanitario” che porta soprattutto le fasce deboli (disoccupati, cassaintegrati, anziani,….) a cercare strutture mediche pubbliche, anche al di fuori della nostra provincia o regione, in grado di erogare il servizio degli accertamenti clinici senza dover ricorrere alla struttura privata o in ospedali pubblici in regime di libera professione.
La sanità pubblica bolognese si faccia carico di quelle zone d’ombra che sono rappresentate da questa situazione e a questa mancanza di trasparenza sulle prestazioni che costringono cittadini ignari a illudersi di poter veder esaudito la legittima richiesta di veder accolta la propria domanda di supporto clinico.
Si percepisce che l’Ausl sta adottando scelte seguendo un orientamento di tipo economico e non di tipo assistenziale (vedi anche riduzione posti letti ,…).
E’ evidente che, forse, la corsa contro il tempo della direzione ASL al fine di per poter produrre dei bilanci economici credibili, richiesti a seguito della spending review governativa, oggi produce questi effetti, pagati dal cittadino-paziente e non da baronie mediche e vertici aziendali che non vedono tagliati i propri posti ed i rispettivi emolumenti.

La sanità è pagata tre volte dai cittadini:
– la prima con le trattenute nelle buste paga
– la seconda con le modifiche di deduzioni e detrazioni in sede di dichiarazione dei redditi
– la terza con il ricorso alla sanità privata, quando si ha necessità di fornire una diagnosi dopo l’effettuazione di esami clinici.

Occorre maggiore trasparenza nella gestione di questo importante settore sociale.
Basta con l’effettuazione di visite private presso i medici ospedalieri che poi riescono a far esaminare con il servizio sanitario nazionale i propri pazienti, scavalcando, evidentemente il “comune” cittadino Si risolva quanto prima questo problema grave delle liste non prenotabili e non disponibili per garantire non solo un livello minimo di sicurezza sanitaria,ma anche sociale.
(Mauro Sorbi)