Consiglio_Fiorano_2011_2Il Consiglio Comunale di Fiorano Modenese ha approvato un documento di sostegno alla legge di iniziativa popolare “Io riattivo il lavoro” promossa da Cgil, Libera, Arci, Acli, Sos Impresa-Confesercenti, Avviso Pubblico, Legacooop e Centro Studi Pio La Torre per la emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Presentato da Marco Biagini, capogruppo del Partito Democratico, il documento sostiene con convinzione la proposta di legge di iniziativa popolare in oggetto denominata “Io riattivo il lavoro” e la promuove anche attraverso: pubblicità specifica sul proprio sito internet istituzionale, la affissione di manifesti nei propri luoghi/sedi utilizzati usualmente per la comunicazione ai dipendenti e ai cittadini, la comunicazione, sul proprio mensile e sino alla fine della campagna, delle modalità e dei luoghi istituzionali cittadini in cui è possibile firmare la legge di iniziativa popolare.

Il Consiglio ha infatti considerato che la proposta di legge di iniziativa popolare in oggetto è coerente con le finalità e gli obiettivi previsti dalla Legge Regionale 3/2011 “Misure per la attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile” e ha considerato che il Comune di Fiorano Modenese ha aderito ad Avviso Pubblico-Enti Locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie che è tra le proponenti della campagna “Io riattivo il lavoro”.

Il Consiglio Comunale ha tenuto conto che la proposta di legge si pone la finalità di “combattere le mafie attraverso il lavoro e, per fare questo, vuole assicurare gli strumenti necessari di sostegno a chi si impegna per restituire alla collettività i beni e le aziende confiscate alle mafie. Le misure proposte sono volte ad aumentare la trasparenza delle informazioni, ad assicurare il più ampio livello di coinvolgimento degli enti istituzionali, degli agenti economici, delle organizzazioni sindacali e della società civile, a tutelare anche sotto il profilo economico i lavoratori e le lavoratrici vittime del sistema mafioso e a sostenere i costi delle aziende per le ristrutturazioni aziendali e l’emersione alla legalità”, ricordando i dati che caratterizzano i beni confiscati, secondo un stima dell’Agenzia Nazionale per la amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata: le aziende confiscate sarebbero 1.663 (al 5 novembre 2012); le aziende confiscate, dall’inizio della crisi economico-finanziaria, sarebbero aumentate del 65% coinvolgendo tutti i settori produttivi e tutto il territorio nazionale; il 90% di queste aziende confiscate fallisce a causa della inadeguatezza dell’attuale legislazione incapace di garantire gli strumenti necessari per l’emersione alla legalità e per la valorizzazione dell’enorme potenzialità economica di queste aziende; il fallimento delle aziende ha provocato la perdita del lavoro di circa 72.000 lavoratori e lavoratrici; in Emilia-Romagna dal 1992 al 5 novembre 2012 sono stati confiscati 110 beni e tra questi 85 immobili e 25 aziende che risultano essere tutte inattive o attive solo per gli adempimenti tributari.