Poche settimane al Governo e già alcuni dei provvedimenti per cui Cécile Kyenge si era battuta da consigliere provinciale sono diventati realtà. Il cosiddetto decreto del Fare, infatti, varato sabato dall’Esecutivo, contiene norme per evitare ritardi nell’ottenimento della cittadinanza secondo le regole attualmente in vigore. Da luglio, poi, partirà l’iter legislativo delle proposte di legge sullo ius soli. Ecco in proposito la dichiarazione di Fausto Cigni, consigliere provinciale e presidente della Consulta provinciale degli immigrati:

«Il decreto del Fare, tra le altre misure introdotte, per la prima volta, affronta anche il nodo dei lacci e laccioli burocratici che rendono, attualmente, farraginosa e lunga la procedura di ottenimento della cittadinanza per gli stranieri che ne hanno diritto secondo la legislazione vigente. Non siamo ancora alla dichiarazione dello ius soli, ma certamente questo Governo, a differenza del precedente, ha imboccato la strada giusta. E ciò è senz’altro merito anche del ministro per l’Integrazione, la nostra Cécile Kyenge che, già da consigliere provinciale, a Modena, su questi temi e per queste soluzioni si è sempre battuta. E’ arrivata al Governo da poche settimane, ma un primo importante risultato è già stato conseguito. Tra l’altro, dal mese prossimo partirà anche l’iter legislativo per la proposta di legge, voluta dal nostro partito, che introduce il concetto di ius soli accanto a quello tradizionale di ius sanguinis. E anche questo è il frutto di una battaglia e di un impegno politico che a Modena partono da lontano. Perché la nostra è già, nei fatti, una società multietnica. Secondo i dati dell’Osservatorio provinciale, dal 2002 al 2011, nella nostra provincia sono nati 14.708 bambini da coppie straniere. Nel 2010, i figli di coppie di immigrati o di coppie miste rappresentavano il 33% del complessivo delle nascite. Secondo il censimento 2011, inoltre, nel modenese vivono 94.359 stranieri, la stragrande maggioranza giovani. Infatti 20.535 hanno un’età compresa da 0 a 14 anni, 45.378 tra 15 e 39 anni. Tra l’altro, per rispondere con i numeri a un certo tipo di polemica, voglio ricordare che il 58% del totale degli immigrati, compresi donne e bambini, ha un lavoro regolare. Questo significa che, nel 20011, hanno versato al fisco e all’Inps ben 248 milioni di euro. Se questi sono i numeri, quindi, la nostra è già una comunità multiculturale e multietnica: è giunto, quindi, il momento di parlare di diritti e di doveri comuni. E quella di Cécile, su questi temi, è stata un’ottima partenza!»