Lievi segnali di ripartenza per la ricettività turistica ed i pubblici esercizi modenesi. Tra marzo 2015 e lo stesso mese dell’anno precedente il numero di imprese registrate nei comparti dell’alloggio, nella ristorazione e nel servizio bar segna un incremento del +1,58%, per un totale di 68 attività in più. Sono i numeri che emergono dalla rilevazione effettuata dall’Osservatorio di Confesercenti, sul periodo marzo 2014-marzo 2015. Numeri, seppur bassi, positivi sospinti con ogni probabilità anche dall’effetto Expo che ha impresso un’accelerazione al comparto food e al turismo.

A crescere in provincia, comunemente altre parti d’Italia è soprattutto la ristorazione con 45 locali in più sul territorio pari ad un +2%. Significativo poi il dato delle imprese che offrono alloggio, appena più dinamico: +2,5% con 7 nuove attività in più. Più tenue, ma pur sempre contrassegnato dal segno ‘+’, la variazione dei locali protesi al servizio bar e piccolo ristoro con 16 nuove attività ed un incremento rispetto al medesimo periodo del 2014 di quasi l’1%. Se raffrontato alla media della regione Emilia Romagna nei medesimi ambiti, il dato modenese spicca, risultando al di sopra sia nell’ambito dell’alloggio (+2,49% contro il -0,29%), sia in quello relativo ai bar (+0,92% contro il +0,36% di media regionale). Mentre risulta appena un po’ al di sotto è quello relativo alla ristorazione (+2,03% contro il +2,22% regionale). Nel complesso comunque si tratta di cifre che denotano una progressiva stabilizzazione e quindi tenuta del tessuto imprenditoriale locale.

“Dopo le contrazioni registrate negli anni scorsi, la ristorazione prova a ripartire. Il tema dell’alimentazione, poi, ha dato ancora maggior impulso all’interesse per il food, e ha portato alla nascita             di nuove attività e all’ulteriore specializzazione di quelle esistenti. Anche se le difficoltà però rimangono tante – sostiene FIEPET Modena l’associazione che riunisce i pubblici esercizi di Confesercenti – Rimanere sul mercato non è semplice: quasi 6 imprese su 10 chiudono entro tre anni. E’ l’effetto di quasi un decennio di deregolamentazione, che ha aumentato il tasso di competitività, ma che ha anche aperto la porta ad un’imprenditoria improvvisata e poco professionale che ha considerato il settore alla stregua di un ‘rifugio’. Oltre a questo, ristoranti e pubblici esercizi scontano anche l’aumento della pressione fiscale, che tra tasse locali, imposte sugli immobili e tariffe è stata particolarmente pesante per la categoria. Senza una riduzione dell’incidenza del fisco, sarà difficile trasformare questi primi segnali in una ripresa stabile. Nell’ultimo anno  inoltre, sempre in relazione al dilagare del “fenomeno food” – conclude FIEPET – abbiamo assistito anche alla preoccupante crescita di fenomeni di ristorazione parallela tramite web, come le imprese irregolari che si mascherano da home restaurant per fare attività di somministrazione senza rispettare le norme previste. Concorrenza sleale, a tutti gli effetti, che va contrastata Bisogna mettersi d’impegno sin da ora per mettere ordine al settore, impedendo il proliferare di situazioni ricettive di qualsiasi tipo fuori legge”.