Campane e campanili storici modenesi sono riconosciuti patrimonio campanario dalla Soprintendenza e dal Comune di Modena. L’Amministrazione, con una convenzione approvata dalla Giunta, si impegna alla loro cura, tutela e valorizzazione in sinergia con l’Unione Campanari Modenesi “Alberto Corni”, nel rispetto scrupoloso delle direttive fornite da un documento di intesa stipulato nel 2019 fra Soprintendenza e associazioni campanarie territoriali. L’Unione, in sintesi, si impegna a garantire cura e manutenzione del patrimonio di competenza del Comune, informandolo di ogni problema riscontrato e delle opere necessarie, sempre in collaborazione stretta e trasparente con la Soprintendenza, e si rende disponibile a fornire consulenze gratuite e relazioni dettagliate sullo stato dei beni tutelati. La “Alberto Corni”, inoltre, curerà il costante aggiornamento della catalogazione del patrimonio campanario di competenza comunale, redigendo schede dettagliate e inventario fotografico, e impegnandosi – in collaborazione con il Comune – alla diffusione della cultura campanaria quale forma di espressione artistica.

L’Amministrazione, dal canto suo, si impegna a evitare alterazioni che impediscano il suono storico delle campane di sua competenza e l’approvazione o l’esecuzione di interventi direttamente o indirettamente dannosi al patrimonio campanario storico.
Rientrano nel patrimonio campanario storico di competenza comunale i campanili di sua proprietà (ad esempio la Ghirlandina, la torre dell’orologio di Palazzo Comunale e le chiese comunali in centro e non solo, da San Biagio al Voto) o da esso custoditi e il patrimonio materiale (campane e altro) conservato in musei o locali comunali. Con la convenzione approvata, il patrimonio campanario della città è riconosciuto di interesse storico e artistico nel suo complesso, espressione demo-etno-antropologica e culturale del territorio, meritevole di essere salvaguardato e valorizzato per la grande ricchezza di beni materiali (campanile, cella campanaria, incastellature, campane, armature) e immateriali (tecniche di suono, tradizioni orali) di cui si compone. In altre parole, la tutela riguarda non solo la campana, ma anche la musica prodotta e l’immobile alla cui architettura la campana è integrata. Richiede perciò collaborazione tra più professionalità: architetti, ingegneri, restauratori, campanari e operatori culturali, tanto che la convenzione coinvolge per il Comune i Musei civici, ma anche il Servizio Opere pubbliche e Edilizia storica.
La convenzione, la stipula della quale non comporta alcun onere economico per il Comune se non quelli successivamente deliberati con atti specifici, vale cinque anni (fino al 2025), con possibilità di modifica o rinnovo previo accordo scritto tra le parti.

L’Unione Campanari Modenesi “Alberto Corni”, alla quale l’Amministrazione ha affidato la cura del patrimonio campanario storico comunale cittadino, è una associazione che affonda le sue antiche radici a fine Ottocento e all’inizio del secolo scorso, fino alla fondazione del sodalizio attuale dedicato a Corni nel 1969, prima con sede al Santuario della Beata Vergine del Murazzo in San Cataldo, poi da maggio 2001 alla parrocchia di Recovato (campanarimodenesi@gmail.com e informazioni alla pagina facebook www.facebook.com/UCM.UnioneCampanariModenesi).

Nel 2019 l’Unione è stata protagonista di “Patrimonio Mondiale in festa”, festa annuale dedicata a Piazza Grande di Modena, con Duomo e Ghirlandina patrimonio dell’umanità Unesco, nei 700 anni della Ghirlandina (completata nel 1319). I campanari della “Alberto Corni” hanno aperto le celebrazioni con un’esibizione di suono manuale delle campane in onore della torre campanaria più importante della città, scandendo poi col suono delle campane i vari momenti della festa.

Nel 2020, inoltre, il 22 aprile, 75° Anniversario della Liberazione di Modena, è stato celebrato anche con i rintocchi della storica campana della torre dell’orologio del Palazzo comunale. Dopo anni di silenzio, infatti, lo strumento è stato suonato proprio dai campanari della “Alberto Corni” che, attraverso questo gesto, hanno sottolineato l’importanza della ricorrenza per la città. Alle 11 il maestro Davide Zanasi ha dato il via ai rintocchi, proseguiti per cinque minuti, contribuendo alla commemorazione.

La costruzione della campana della torre dell’orologio, che si affaccia su piazza Grande, risale al 1660 a opera di Nicolò Di Lorena, spiega Zanasi: e ha suonato per secoli allo scoccar delle ore. Con diametro di 150 centimetri e peso di oltre 20 quintali è lo strumento più grande della provincia di Modena, più delle campane del Duomo. La campana è stata posizionata nell’attuale sede negli anni successivi al 1671 e nello stesso periodo fu installata sulla cupola del Comune una campana “gemella” più piccola, realizzata Dionisio De Filippi. In precedenza, la campana posta sulla torre del Comune era quella fusa nel 1310 da Guido da Modena, che a fine Ottocento è entrata a far parte della raccolta di antichi strumenti musicali del Museo civico.